Telefonino vulcanico

18 09 2009

Durante il tirocinio in NTT Data ho lavorato su Android, il sistema operativo per cellulari e dispositivi mobili in generale sviluppato inizialmente da Google e poi da tante importanti firme riunite sotto il nome di OHA (Open Handset Alliance). Ovviamente anche dopo il rientro in Italia mantengo un forte interesse, e tra le ultime notizie, oltra alla piattaforma di sviluppo della versione 1.6 (Donut) rilasciata ieri, me ne ha colpita una in particolare.

Ultimamente ogni giorno compare una nuova notizia riguardo ad un altro grande produttore di telefonini o netbooks in procinto di sviluppare e rilasciare dispositivi basati su Android, ma non potevo mai aspettarmi di leggere LG Etna!!

Anteprima dellLG Etna

Anteprima dell'LG Etna

Da Siciliano prima, studente a Catania poi, e di recente Vulcanus, un nome così vulcanico non può che rendermi orgoglioso e curioso di vedere il prodotto finito!

(fonte e immagine da Androidiani.it – link)





Notti insonni…

27 08 2009

…a fare gli ultimi preparativi (valigie, pacchi…), o come quella di oggi a preparare la presentazione finale per domani mattina, cerimonia conclusiva del Vulcanus 2008/2009… ma sì, cosa vuoi che sia 🙂
dopo un anno a balbettare giapponese, l’ultimo giorno improvviましょう!
Oggi è stato l’ultimo giorno in NTT Data…

Prima di spegnere quei pc definitivamente :P

Prima di spegnere quei pc definitivamente 😛

…salutare tutte quelle persone, che alla fine quasi non volevano farmi andare e le trovavano tutte per fermarsi e mettersi a parlare in ufficio e in corridoio (hai visto mai in un ufficio giapponese?!) mi ha fatto un certo effetto, ha cominciato a farmi realizzare che me ne sto andando per davvero… qualche nodo in gola stasera era inevitabile… ma, mi sa che non realizzerò mai veramente (a parte che tutto sto tempo per pensarci non ce l’ho :P)… Sabato riparto per l’Italia, ma dopo tutto… è solo un altro di mille viaggi!

Con Kentaro e il pazzo Daiki... anch'egli ex-Vulcanus (ma in EU)!

Con Kentaro e il pazzo Daiki... anch'egli ex-Vulcanus (ma in EU)!

Altri giovani colleghi...

Altri giovani colleghi...

Messaggi e saluti da quasi tutti, non potevano farmi regalo più bello

Messaggi e saluti da quasi tutti, non potevano farmi regalo più bello!

みなさんありがとう!

Qui le altre FOTO

Arrivederci al più presto in Italia!





45 nuovi ambasciatori per il Vulcanus in Japan 2009-2010

29 06 2009

Adesso sembra proprio così… concluse le selezioni per il Vulcanus in Japan 2009/2010.
Record di partecipanti: 45! Ben 10 in più rispetto a quest’anno (35) e, se non sbaglio, 5 rispetto al precedente record (40).

Il concorso per il Vulcanus in Japan 2009-2010 è aperto!

Selezioni concluse (o no!?) per il Vulcanus in Japan 2009-2010

Il progetto cresce, aumentano gli studenti che aspirano a partecipare, probabilmente nuove compagnie ospitanti entrano in gioco… chissà se aumentano anche i finanziamenti. Sembra che da quest’anno le compagnie finanzieranno direttamente una parte della borsa, e questo spiegherebbe l’aumento delle borse disponibili. Nonostante ciò, sebbene qualche compagnia di quest’anno sarà assente, ce ne sono alcune che ospiteranno molti studenti allo stesso tempo. In tempo di crisi nera, un bel segnale contrastante con gli andamenti negativi dell’economia e dei mondi dell’industria e della ricerca!
Speriamo che con la quantità migliori anche la qualità complessiva del programma a partire dai tirocini stessi, che per la nostra esperienza sono l’aspetto più migliorabile e da migliorare.

A parte la solita, e sempre più consolidata, presenza massiccia di Italia, Spagna (di nuovo 10 a testa) e Polonia (in aumento da 7 a 9), c’è  piò spazio anche per molte minoranze, e sopratutto per l’ingresso di nuove nazioni che mai erano state rappresentate in Giappone nelle passate edizioni del programma! Il colpo grosso lo fa la Romania, che esordisce alla grande con addirittura 3 studentesse, provenienti da università, città e campi di studio differenti.

Distribuzione dei partecipanti al Vulcanus in 2009-2010 sulla cartina dell'Europa

  • Italia, Spagna: 10
  • Polonia: 9
  • Francia: 5
  • Romania: 3
  • Lituania, Repubblica Ceca: 2
  • Estonia, Finlandia, Ungheria, Austria: 1

NOTA: si considera sempre la nazione in cui si trova l’Università frequentata dallo studente selezionato, e non la sua nazionalità.

A quanto pare l’Italia dovrebbe essere rappresentata da 7 ragazzi provenienti dal Politecnico di Milano, 1 dall’Università di Genova, 1 dall’Università di Ferrara e 1 dall’Università di Catania.

Un’ultima statistica: 34 maschi e 11 femmine (quest’anno siamo 25 e 10).

Congratulazioni a tutti e adesso fatevi onore! E ricordatevi che da Settembre… “sarete ambasciatori Europei in Giappone”!! (ve lo ripeteranno allo sfinimento :P)

E a tutto lo staff di EU-Japan Centre buon lavoro e… in bocca al lupo: ne avrete 45 da tenere a bada l’anno prossimo, eheheh! Ganbatte ne!!

Links:





Sendai, mari e monti (parte II)

26 03 2009

Il secondo giorno di viaggio sapevamo che sarebbe stata una bellissima giornata di sole e volevamo sfruttarla per un’escursione fuori dalla citta’, verso località di montagna distanti circa 1 ora. C’erano un bel po’ di possibilità e posti da vedere: la cascata di Akiu (considerata una delle 3 cascate più belle del Giappone), l’Akiu Onsen, la gola rocciosa di Futakuchi, Yamadera. Sapevamo anche che sebbene geograficamente fossero tutte nella stessa zona, i tempi e i trasporti avrebbero limitato tanto.

Senzan Line, da Sendai per Yamadera

Senzan Line, da Sendai per Yamadera

Alla fine ci si è messo il servizio di autobus che serve la zona, che inspiegabilmente ha molti meno collegamenti durante i finesettimana e i giorni festivi verso quelle località che… in realtà sono fondamentalmente attrazioni turistiche, e si sa che i turisti in genere viaggiano nei giorni festivi!! Mah… siamo in Giappone, a volte meglio non chiedersi il perchè di certe cose 😛

Alla stazione di Yamadera

Cartello alla stazione di Yamadera

A me ispiravano molto le descrizioni di Futakuchi, ma considerati gli scarsi collegamenti e le opzioni possibili, abbiamo deciso di andare a Yamadera, di cui sapevamo della presenza di un tempio, della possibilità di scalare la montagna, e poco altro.

Casualmente però avevamo anche letto in un sito internet che si poteva raggiungere Yamadera a piedi attraverso un percorso tra valli, ruscelli, ponticelli e cascate in mezzo alla montagna, che parte dalla stazione precedente (Omoshiroyama 面白山, “la montagna interessante” o “divertente“?). Così, se si vuole, si può trasformare questa gita a Yamadera (per cui 2 ore bastano e avanzano) in una gita di un giorno.

Nonostante poco prima di arrivare avessimo visto neve, ancora una volta ispirati dalla legge del ganbatte (alla faccia delle Converse di Tommaso e Giusj, ideali per fare hiking sulla neve!), abbiamo optato per scendere dal treno a Omoshiroyama, e cercare “il percorso che parte alla sinistra della stazione”, come suggerito da quel sito.

Omoshiroyama, sentiero chiuso

Omoshiroyama, sentiero chiuso

Immediatamente appena scesi dal treno, vediamo una sorta di sentiero la cui entrata però è chiusa (vedi foto a sinistra). E ci chiediamo “vuoi vedere che con tutta sta neve il percorso è chiuso, e ci tocca aspettare il prossimo treno?” (che per la cronaca passava dopo 1 ora circa)… Scopriamo che la stazione si trova proprio in corrispondenza della stazione di skilift di un impianto sciistico. Ci confermano che il percorso è chiuso e che il treno passa dopo un’ora, e ormai andiamo comunque a fare due passi sulla neve con l’intenzione di fare qualche foto. C’eravamo solo noi e 2-3 persone che sciavano.

Fortunatamente pero’ scopriamo subito l’inizio del “percorso” con l’indicazione “per Yamadera –>” e non era sbarrato … che male c’e’ ad imboccarlo? In realtà non si trattava del percorso di hiking, ma della strada che consente nelle stazioni non invernali di raggiungere Omoshiroyama in macchina, e che ancora è chiusa per via della neve. Pazienza, fare il vero percorso più a contatto con il fiume e il bosco, magari in autunno sarebbe stato suggestivo, ma non ci è andata male lo stesso!

Inizio della strada, in fondo si intravede ancora limpianto.

Un primo panorama

Un primo panorama

La foresta intorno a noi

La foresta intorno a noi

Camminando notiamo alberi spezzati, massi caduti dalla montagna, qualche piccola frana, e la forza della natura incontrollata da qualche mese… che faticaccia che faranno ogni anno per ripulire tutto e ripristinare la strada! La giornata di sole però ci fa godere tutto, e passeggiare in mezzo alla natura, solo noi e nessun altro, è proprio quello che ci serve dopo settimane trascorse in metropoli!

Vegetazione invernale

Nonostante la neve sotto i piedi e intorno a noi non faceva freddo, niente in confronto al giorno prima, e così senza mai pensare di tornare indietro abbiamo cominciato a scoprire un po’ di curiosità strada facendo! Una delle prime è stato il cartello che indicava “Yamadera 7.1 km” 😀   Sugoi!!

Poi abbiamo scoperto una macchina di qualche genio caduta e ribaltata sulla scarpata ai lati della strada! E menomale che poco dopo c’erano i cartelli apposta a mettere in guardia!

Proprio un genioBei relitti

In alto: proprio un genio - In basso: altro relitto

Attenzione!

Attenzione!

Tra un’indicazione e l’altra, la strada si addentra sempre di più nella valle, costeggiando un fiume che ci porta ad una bella cascata. Tutto e’ molto surreale, sembra davvero che l’uomo non avesse messo piede da queste parti da un po di’ tempo!

Cascata in mezzo alla montagna interessante

Cascata in mezzo alla "montagna interessante"

4,2 km percorsi...

4,2 km percorsi...

...ancora 3 km!

...ancora 3 km!

Dopo circa due ore e 7.5 km percorsi senza fretta, con tante fermate pro-fotografia, arriviamo nel centro abitato di Yamadera, individuiamo subito l’ingresso-salita al tempio, ma anche un paio di ristoranti! Ci fermiamo in uno di questi per ricaricare le energie con una ciotola calda di soba (spaghetti di grano saraceno, in brodo caldo), ed io e Marco scegliamo coraggiosamente una certa “tororo soba” (とろろそば), pur non sapendo cosa fosse sto “tororo“… al vederlo restiamo molto delusi. Il gusto non rimedia molto, e sopratutto il prezzo del pranzo non è molto coerente con la quantità di cibo che abbiamo messo nella panza!

Yamadera 山寺, letteralmente “montagna tempio”, è famosa per il tempio Risshakuji e la montagna caratterizzata da tanti buchi (scavati da monaci per diversi secoli) che la rassomigliano ad una groviera! La salita è di 1110 gradini (stando alla wikitravel), non li ho contati ma li ho fatti tutti!
Il panorama diventava sempre più bello man mano che si saliva!

Lanterna di pietra lungo la salita

Lanterna di pietra lungo la salita

4,2 km percorsi...

Caratteristici buchi nella montagna

Cascata in mezzo alla montagna interessante

Yamadera, vista della valle

Concludo qui, perchè ho fatto tante foto che dicono molto di più di tante parole. Vi lascio solo con alcune curiosità:

  1. Nel punto panoramico più bello della montagna, la pensilina in legno è piena di meishi 名刺 (biglietti da visita) lasciati dai visitatori, probabilmente si dirà che porti bene a qualcosa, ma non sappiamo di preciso cosa. Io e Giusj, in rappresentanza di tutto il Vulcanus 2008-09 abbiamo lasciato i nostri!
  2. Una buca delle lettere… vuoi vedere che il postino si fa 1110 gradini su e giù ogni giorno? 😀
  3. Sulla parete di uno degli edifici antichi in legno del complesso templare, c’è appeso un comunissimo schifosissimo orologio da muro analogico bianco in plastica…… incredibile, no comment….

Attenzione!

1) Il logo EU-Japan è inconfondibile!

Cassetta delle lettereOrologio vergognoso

2) Cassetta delle lettere, 3) Orologio vergognoso

Per tutte le altre clicca QUI (slideshow).

Fine parte II. Nella prossima qualcosina riguardo alla città di Sendai.
Ciao!!!





Kanji #4: 動… “eppur si muove”

12 03 2009

Da una settimana ho ripreso a studiare il Giapponese. Infatti, dopo 2 mesi di tirocinio in azienda, senza uno studio regolare come quello del corso fatto fino a dicembre, e bombardato ogni giorno da duemila termini nuovi e frasi che non capisco, mi sembra che ho esaurito quel minimo repertorio che mi aveva illuso all’inizio di poter comunicare senza problemi. E non si può parlare sempre delle stesse cose, in più se non studio ora che ho l’opportunità di praticarlo sul campo (assolutamente indispensabile per questa lingua) è un peccato.

Anzichè dalla grammatica, ovviamente ho ricominciato dai kanji, il cui studio, sebbene possa sembrare meccanico e solo uno sforzo di memoria, in realtà è molto interessante e divertente. In questi mesi di lavoro ho riempito il mio quaderno-vocabolario con tantissime parole e kanji, ma ne ricordo solo pochi. Adesso che ho ripreso a studiare i kanji tutto sommato ancora di livello base, mi rendo conto che sono indispensabili per capire quelle parole e sopratutto per memorizzarle.

動く [ugoku]: "muoversi"

動く: muoversi

Come al solito kanji che leggi, curiosità che trovi!

Per esempio 動, il Kanji usato principalmente per i verbi:

  • 動く [ugo-ku]  = muoversi,
  • 動かす [ugo-kasu] = muovere,

e che può anche essere letto in altri casi come [dō].

Sapete come si dice “animale” in giapponese?

動物「どうぶつ」 [dou-butsu]

che letteralmente significa “cosa che si muove“! (物 significa “cosa”)

E ancora, il kanji 働

働く: lavorare

働く: lavorare

è formato dal kanji precedente più quella parte a sinistra che deriva da 人 [hito], persona. “Lavorare = persona che si muove“!

A voi i commenti 😀

Ciao!





Dopo lo short-listing

2 03 2009
Il concorso per il Vulcanus in Japan 2009-2010 è aperto!

Inizia il matching con le compagnie

La prima fase delle selezioni del Vulcanus in Japan si concludono nella seconda metà di Febbraio con la famigerata shortlist (leggi news), una lista di circa 160 candidati ai quali è data la possibilità di iniziare il processo di matching con le compagnie partecipanti e le posizioni da queste offerte.
Ad ogni studente short-listed, l’EU-Japan Centre comunicata la lista completa di tirocini.  Ogni studente può decidere di scrivere una lettera di motivazioni indirizzata ad un massimo di 2 posizioni offerte, ma  di queste ne verrà inoltrata solo una a scelta di EU-Japan Centre, e l’eventuale seconda potrebbe essere presa in considerazione solo dopo che il primo tentativo di matching sia fallito. In generale però la commissione selezionatrice suggerisce allo studente 1 tirocini specifici (a volte 2), perchè ritenuto suitable, cioè adatto al profilo dello studente.

Ma non sempre ci azzeccano 🙂 O forse il discorso è un po’ più complicato…

Prendo spunto dal messaggio di Sebastian:

…short-listato, sto cercando di fare del mio meglio nello scegliere il tirocinio che fa per me … devo dire che mi aspettavo qualche dettaglio e spiegazione in più … sono indeciso su 3 offerte di **************…Avresti tempo per darci qualche consiglio o suggerimento per questa fase molto delicata?

P.S. il tempo stringe e entro il 5 dobbiamo inviare la lettera di motivazione!

Non e’ strano o inconsueto trovarsi in una situazione nel genere. Solo in pochi casi si trovano tirocini che riguardano esattamente quello di cui ti occupi o in cui sei specializzato (per lavoro, tesi, ricerca, passione…).

Anch’io l’anno scorso, appena ho ricevuto la lista, ho visto tirocini molto specifici e nessuno per cui fossi veramente tagliato… la prima reazione è stata di delusione e per un paio di giorni ci avevo perso le speranze… “pazienza, forse era troppo bello per essere vero…“. Anche per il tirocinio che mi avevano consigliato da Bruxelles ho pensato sul momento di avere poche chance, poiche’ il tema proposto era lungi da quello che avrei mai pensato di fare dopo la laurea 🙂

Però, dopo il primo impatto sconfortante in una settimana di passione mi sono impegnato per sfruttare al massimo con le lettere di motivazione.

Il mio primo suggerimento è questo: seguite il loro consiglio della commisisone e scrivete la lettera innanzitutto per quel tirocinio.

…A meno che ciò che vi hanno suggerito non ha assolutamente niente a che fare con voi e allo stesso tempo nella lista ne individuate uno che invece fa al caso vostro e nel quale pensate di avere VERAMENTE buone chance di essere selezionati!

Questo lo dico perche’ sia in fase di shortlisting, che al momento di inviare le prime lettere alle host companies,  EU-Japan Centre cerca di distribuire le candidature in maniera uniforme sulle varie posizioni offerte. In parole povere, l’obiettivo è quello di proporre mediamente 3-4 studenti per ogni tirocinio, evitando sovraffollamenti o tirocini “scoperti”, ma soprattutto per garantire le stesse possibilità di selezione ad ogni candidato. Mediamente si “compete” con altri 2 candidati, per cui le possibilità per ognuno sono del 30% circa.

La libertà dei candidati di ignorare il tirocinio suggerito, però, rappresenta una variabile importante in questo ragionamento. Di conseguenza, chi decide di proporsi per un altro che ritiene più adatto al proprio curriculum, rischia di andare a competere con più persone, che verosimilmente sono state indotte a scegliere quel tirocinio perchè ritenuti adatti, e ridurre quel 30% di probabilità di successo.

In realtà, queste sono tutte ipotesi fatte in aria, senza dati precisi, perchè ogni candidato in questo momento conosce solo la sua situazione e ci sono così tanti fattori che confluiscono che fare dei pronostici è praticamente impossibile.  Alla fine tutto può succedere, pure che la compagnia si ritiri o cambi in corsa l’argomento di ricerca. Probabilmente l’unica strategia è quella di ridurre questi fattori, e di affidarsi anche ad una buona dose di fortuna! (Ma come dico sempre, la fortuna bisogna sapersela cercare con determinazione, nulla viene così per grazia ricevuta…)

Vi racconto come andò a me l’anno scorso.
Dopo un paio di giorni di dubbi, riprendo coraggio e mi convinco a dare tutto perchè a questo punto è da stupido non provarci. Così dedico una quasi settimana intera alla lettera di motivazione, disinteressandomi di tutto il resto e tralasciando anche uno degli ultimi 2 esami per la laurea!
Partito ovviamente dalla lettera inviata a Gennaio, indirizzandola stavolta all’host company e raffinandola in base agli specifici richieste interessi della stessa. In questi casi tutto è importante per convincerli che siete la persona che stanno cercando.  Se necessario, cercate anche di reperire il più possibile informazioni sulla compagnia anche consultando il suo sito web, per saperne di più sui progetti e sulla mission.
Alla fine decido di mantenere il suggerimento come prima scelta, e di scrivere una seconda lettera per un altro tirocinio per i cui requisiti credevo di avere qualcosa in più nel mio curriculum universitario.
Col senno di poi, a mente fredda mi resi conto di quanto avrei potuto rimpiangere la seconda lettera, perchè non avrei potuto mai competere con gente che sul tema di quel tirocinio avesse anche solo un minimo di esperienza pratica in più rispetto a me (che presentavo solo esami universitari e relativi project works). Al contrario per il tirocinio di NTT Data Corp. non era no richieste esperienza e conoscenza tecniche a priori, ma veniva privilegiato l’entusiasmo e l’interesse a studiare il tema proposto, e le mie parole e il mio portfolio evidentemente li hanno convinti.
Se avessero inviato per prima la mia seconda “lettera”, molto probabilmente avrei perso anche le possibilità di propormi a NTT Data Corp., e invece oggi sono qui! (per la cronaca l’anno scorso nella prima fase hanno mantenuto la preferenza di tutti i candidati)

Se poi vogliamo dirla tutta… quel tirocinio se l’era aggiudicato uno studente che aveva svolto la tesi sullo stesso specifico argomento, ma che…. si è ritirato solo ad Agosto, a selezioni già concluse!!!

A questo proposito un appello: pensateci bene, e se non siete sicuri di partecipare non togliete la possibilità ad altri, e se proprio dovete rinunciare alla borsa, fatelo se possibile a selezioni in corso!

Vi ricordo sempre l’altro articolo sul Vulcanus in Japan dove potete continuare a discutere tramite i commenti.

In bocca al lupo a tutti (crepi! …rispondo io per voi :P) e ganbatte kudasai!!





Ebisu

23 02 2009

Ciao a tutti!

Come al solito ogni giorno qui è un’esperienza nuova e da raccontare, ma di conseguenza il tempo per raccontarla è quasi nullo, e così le “bozze” di articoli sul blog si accumulano e cominciano un po’ anche a puzzare 🙂

Il Vulcanus qui procede bene, tra tirocinio che entra sempre più nel vivo, e i soliti viaggetti, fine settimana tra amici, risate, sogni, e organizzazione di nuovi viaggi! Nel frattempo, in questi giorni è stata completata la prima fase delle selezioni Vulcanus in Japan 2009-2010, con una piccola novità rispetto al passato: i preselezionati sono circa 160 (come l’anno scorso), ma in più ci sono circa 30 altri candidati in una lista di “riserva”, pronti a coprire eventuali buchi rimasti alla fine del matching. Decisione a sorpresa, personalmente mi lascia un po’ perplesso, ma staremo a vedere. Ovviamente rinnovo a tutti la disponibilità a rispondere ad eventuali dubbi e domande. In bocca al lupo, “ganbatte” a tutti gli shortlisted (titolari e non) e un abbraccio virtuale agli altri… coraggio, per una porta che si chiude ce ne sono altre 10 che si aprono 😉

Statua del dio Ebisu

Statua del dio Ebisu

Tornando a me, avendo già visto quasi tutti i posti “da vedere” di Tokyo, sabato abbiamo deciso di andare a fare un giro in uno di quelli meno “sponsorizzati”, ma che a detta di guide turistiche e siti web è adatto a “piacevoli passeggiate pomeridiane senza meta” 🙂

Ebisu è un quartiere a sud di Shibuya (una fermata con la Yamanote) e a due fermate (Hibiya line) da Roppongi. Ebisu è il nome di una delle sette divinità della fortuna, e in particolare il dio giapponese protettore dei pescatori. E’ un posto più tranquillo rispetto ai frenetici Shibuya e Shinjuku, con qualche tratto europeo, dato dalla presenza di ristoranti e bar all’aperto (specialmente in estate), centri commerciali e boutique di abbigliamento, e dall’edificio in mattoni rossi della Sapporo Beer station.

Proprio in corrispondenza di quest’ultima, si trova il punto di interesse più importante di Ebisu, la Yebisu Garden Place, accessibile dalla stazione attraverso la passeggiat Yebisu Skywalk, che ricorda tanto gli spostamenti da un terminal all’altro di un aereoporto, con tanto di passerelle mobili. Nella piazza, un grattacielo di 39 piani (i cui ultimi due in cima sono accessibili e consentono una bella vista panoramica), e nei dintorni le birrerie Sapporo Breweries, e annesso museo.

Yebisu Grand Place Tower

Yebisu Grand Place Tower, all'interno anche il Museo della fotografia.

Sapporo Beer Station

Sapporo Beer Station e Yebisu Grand Place

Questo museo era uno dei nostri obiettivi, e non ha deluso le nostre aspettative di gustare della buona birra a buon prezzo! Il museo di per sè (ingresso gratuito), infatti, non offre molto più che riproduzioni giganti di lattine delle varie qualità di birra Yebisu, ma al bar dove è possibile fare degli assaggi il prezzo è molto buono. Per 300Y (meno di 3 euro) si può bere una birra buonissima e spillata bene. Noi abbiamo gustato una nera in stile Guinness (ma meno densa), e la bionda Yebisu Premium.

Yebisu Grand Place Tower

Bella di papà!

Sapporo Beer Station

Vidimu chi dannu puzzu cumminari!

Poi siamo saliti sulla tower a vedere Tokyo di notte da un’altra prospettiva (dopo averla già ammirata dalla Tokyo Tower, dal Tocho, da Shibuya…), e poi passeggiata e cena tranquilla.

Ebisu ha anche diversi bei locali, sempre riferendomi alle guide, ed in alcuni di questi fanno musica dal vivo. Un motivo in più per tornare in questo quartiere di Tokyo almeno un’altra volta!

Il resto delle foto sono QUI (o in versione slideshow).

Alla prossima!





Ho solo fatto il mio dovere…

17 02 2009

…ma che peccato non aver deciso di tentare il livello 3!

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Risultato dell'esame di certificazione JLPT

Risultato dell'esame di certificazione JLPT.





Monjayaki

11 02 2009

Ieri sera, 10 Febbraio, sono stato insieme ad alcuni colleghi a mangiare Monjayaki (もんじゃ焼き), una specialità di Tokyo ed in particolare di Tsukishima, un’isoletta artificiale sulla baia di Tokyo ad una sola fermata dal mio posto di lavoro, piena di questi ristoranti. Prima che sapessi cosa fosse ecco in che termini ne hanno parlato: “non la conosci? è un piatto tipico, ma è difficile da descrivere… non ha forma… l’odore è cattivo… però il gusto…… tutti i Giapponesi la conoscono…”. Inutile dire che senza pensarci su due volte ho accettato 🙂

In realtà nulla di così preoccupante, anzi. L’odore non è cattivo, se non fosse che si attacca irreparabilmente ad ogni vestito (è passato un giorno e non li ho ancora rientrati dal balcone!).
Come dice il termine (-yaki), viene cotto alla piastra, e come spesso accade in Giappone la preparazione è fai-da-te (se ce la sai, altrimenti ti danno una mano quelli del locale). Ti portano una ciotolona piena di un po’ di tutto (anche se ne possono scegliere diversi tipi): gamberi, gamberetti e altri frutti di mare, carne, verdure, formaggio, etc., sopra una sorta di pastella molto liquida, fondamentalmente composta farina e acqua (niente uovo a differenza dell’Okonomiyaki, tipico di Hiroshima e Osaka).

Monjayaki in potenza...

Monja non ancora yaki

Dopo aver fatto cuocere un po’ la roba “sostanziosa”… Leggi il seguito di questo post »





Conversazioni giapponesi e Kangeikai (festa di benvenuto)

1 02 2009

Dopo un mese di assenza dal blog (a parte una breve sentita apparizione pro-Kakà :P), dopo un’indimenticabile vacanza natalizia (che Alitalia non è riuscita a rovinare), rieccomi qua, a scrivere di fatti in maniera random e senza un ordine cronologico, come al solito! Ho iniziato già il tirocinio in NTT Data da 3 settimane ormai, ma anzichè parlare di lavoro racconterò dell’accoglienza avuta in questi giorni!

L’accoglienza in azienda è stata ottima, sin dal primo giorno ogni giorno ho avuto modo di conoscere persone nuove e parlare con loro, e non posso negare che questi momenti siano in assoluto i più piacevoli. Quando riesci con quel poco di giapponese che sai a comunicare con loro, confrontando aspetti della cultura locale con la tua, facendo conoscere di più della tua terra e delle sue abitudini senza che la presunta “chiusura” giapponese nei confronti dello straniero impedisca loro di esclamare sinceramente “eeeeeh… oooooohhh”…… Se poi il giorno dopo ritornano e ti riprendono il discorso chiedendoti conferme o ulteriori dettagli, ti rendi conto che li hai interessati veramente e che sei riuscito a incuriosirli e portarli con la mente fuori dai tanti schemi in cui sono costretti da questo sistema. Ma il massimo è quando riesci a scherzare insieme, a parlare di argomenti frivoli e a farli ridere e divertire con delle battute, nonostante il loro senso dell’umorismo sia notoriamente opposto al nostro (o molto spesso totalmente assente)!

Per esempio, tra i tanti argomenti presi a pranzo (dove la mensa spaccia per “italiani” tanti piatti cucinati a modo loro…) … la cucina italiana e siciliana (con tanto di spiegazioni di “cannoli” e “cassata”..), il sistema scolastico nelle scuole superiori italiane (vedi differenze tra liceo, istituti tecnici ecc..), lo studio del latino e del greco, la mitologia greca e romana…. e altri che in questo momento mi sfuggono! Forse può sembrare assurdo parlare di certe cose, ma escono fuori così magari da discorsi loro, o domande che mi fanno.

Da parte loro ovviamente c’è stata finora la stessa voglia di insegnarmi qualcosa di nuovo e nuove parole giapponesi utili nella vita di tutti i giorni e… nei nomikai (drinking party)! Il giorno prima del mio kangeikai (welcome party) mi hanno insegnato infatti un’espressione da usare quando qualcuno ti ha versato da bere, convinti che avrei meravigliato chiunque visto che … “kyoshiku desu” (che non saprei tradurre ma dovrebbe essere una forma elegante e rispettosa di ringraziare in quest’occasione) è probabilmente molto formale e old-fashion! 😀

Il kangeikai (歓迎会) è stato bello, inutile dire che fuori dall’ambiente di lavoro e in situazioni come queste il loro comportamento cambi da così a così (anche se devo ammettere che nella mia compagnia non sto vedendo tutta quella proverbiale super-estrema rigidità). Mi hanno fatto sedere accanto al vicepresidente del dipartimento R&D (che chiamerò F-san) con cui ho chiacchierato e bevuto un bel po’. La chiacchierata inizia così, traduco quasi letteralmente e riassumo…

F-san: (dopo una brevissima battuta riguardante l’argomento del mio tirocinio) “…e allora, ‘sta Sicilia? …a me piace tantissimo Nuovo Cinema Paradiso… Totò, Totò! Ma esiste davvero quel cinema, quel posto?”

Giuseppe: “[…] Totò è il diminuitivo di Salvatore…”

F-san: “Aaah Salvatoore, Salvatore – Totò! Ehhh…”

Giuseppe: “…sì, come Giuseppe diventa Peppe, come tutti i miei amici solitamente mi chiam…”

F-san: “Eh! Peppe Peppe, allora da oggi ti chiamerò sempre Peppe!!”  …

(*grandioso*, no?!)
e mentre mi versa da bere (birra in quel momento)…

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