Misteri metropolitani… metropolitane!

24 02 2009

Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi di circa 3 cm. di diametro. Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di sì.
Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si
infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di sì.
Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vasetto. Ovviamente La sabbia riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e copri tutto. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno.
Allora il professore tiro fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia. Gli studenti risero.
Ora, disse il Professore non appena svanirono le risate, voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita: i sassi sono le cose importanti la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, i vostri figli – le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto. La sabbia è tutto il resto le piccole cose.
Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia, continuò il Professore non sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti.
Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l’auto. Prendetevi cura dei sassi per prima – le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità… il resto è solo sabbia.
Una studentessa allora alzò la mano e chiese al Professore cosa rappresentasse la birra. Il Professore sorrise.
Sono contento che me l’abbia chiesto. Era giusto per dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere La vostra vita, perché c’è sempre spazio per un paio di birre.

Poco tempo fa, un mio carissimo amico mi ha fatto notare questa storia che ha fatto il giro di internet, ma da allora non posso evitare di ripensarla e reinterpretarla quando prendo la metro nelle ore di punta. Ecco come la vedo io.

https://i0.wp.com/archinect.com/gallery/albums/userpics/normal_6031%20tokyo%20subway%20line.jpg

Qui sì che c'è spazio! "Preco, si accomotino"!

All’ora di punta un treno di Tokyo si riempì di vecchietti, salarymen e salarywomen, si chiusero le porte e partì. Alla fermata successiva, si aprirono le porte e entrarono un altro numero indefinito di gakusei e busynessmen: evidentemente il treno non era ancora pieno, ma stavolta si riempì e ripartì. Altra fermata, si riaprirono le porte e entrarono un altro numero indefinito di otaku e ragazzette: anche stavolta evidentemente il treno non era ancora pieno, e, dopo essersi nuovamente riempito, ripartì. C’era chi dormiva o fingeva di farlo, chi leggeva manga o altri libri, chi ascoltava la musica mentre giocava con il Nintendo DS o la Psp e consultava internet col cellulare, chi guardava la tivù… e  solo qualcuno, che cercava di mantenere l’equilibrio aggrappandosi alle maniglie (gli altri preferivano appoggiarsi al prossimo e lasciarsi cullare…)

Altra fermata, le porte si aprirono, i passeggeri compattati. Senza alcuna spiegazione razionale l’aggregato umano non esplose mantenendo  miracolosamente l’incastro, ed io sul bordo di un’uscita prendevo il respiro per qualche secondo pensando “stavolta è pieno, non ci entrerà più nessuno”… ma ecco arrivarono all’ultimo momento altri salarymen e salarywomen che in tutta tranquillità e senza chiedere permesso o scusa, in perfetta nonchalance, si infilarono in qualche modo davanti a me stupefatto, in un meccanismo automatico che portò i passeggeri a compattarsi ancora di più… e il treno ripartì! La storia andò avanti ancora per qualche fermata, e prima o poi qualcuno iniziò pure a scendere da ‘sto benedetto treno!

Morale della favola, a Tokyo puoi riempire un treno quanto ti pare, non sarà mai pieno abbastanza potrà entrare ancora gente!

Conclusione analitico-filosofica: il concetto di treno “pieno” non esiste, lo spazio dei passeggeri di un treno di Tokyo è uno spazio non discreto, in cui infiniti spazi infinitesimi possono accogliere un numero imprecisato di esseri umani (*).

In genere non serve la forza, non servono gli spingitori nè gli spingitori di spingitori, è un meccanismo ben oleato, e il miracolo si ripete ogni giorno!  Come quello che per ogni treno che si riempie c’è sempre un equivalente numero immenso di persone pronte ad arrivare puntualissime, al messaggio soave “まもなく、電車がまいります・・・” [mamonaku, densha ga mairimasu…], ed accumularsi per il successivo che passa 2 minuti dopo. Provare per credere.

Alla prossima!
Chi cambia canale… è un まもなく!!!

[(*) in realtà sugli “esseri umani” ogni tanto la domanda sorgerebbe spontanea…]





Lavoro di squadra!

27 10 2008

Ecco una foto scattata un paio di settimane fa al porto di Yokohama (a proposito, articolo su quella giornata work in progress…) che la dice lunga su un aspetto caratteristico della cultura giapponese: collettività vs individualità!

Lavoro di squadra

Lavoro di squadra

E’ davvero assurdo vedere che nella patria dell’hi-tech, specialmente in campo di automazione e robotica, per scaricare delle valigie in uno spazio di dieci metri scarsi ci siano almeno 7 persone che fanno passa-mano e non si muovono di un centimetro!

Ma è solo una delle cose più bizzarre che ho visto finora… Davvero ogni giorno ti rendi conto che qui la cultura del “ganbatte!” e la dedizione al lavoro (ovviamente per il bene di tutti prima che di sè stessi) danno vita a  mestieri assurdi! Tutti a modo loro si danno da fare mettendo anima e corpo nei loro compiti a volte apparentemente inutili e ripetitivi alla nausea, con una pazienza tendente a infinito e oltre!

Per esempio, in questo momento mi viene in mente lo staff della Tokyo Metro.  Di questi simpatici omini ce n’è almeno uno su ogni linea, e tra le altre cose hanno  un microfono attraverso il quale, ad ogni treno in arrivo (mediamente ogni 3-4 min), ripetono esattamente la stessa identica frase per ricordare di fare attenzione e stare dietro la linea gialla, mimando con le mani la direzione di percorrenza.

Security staff

Security staff

Oppure gli omini della sicurezza che circondano i “lavori in corso” per strada negli orari di buio e ti indicano la strada con delle torce illuminate (vedi foto, anche se non si vede il colore rosso a causa del flash), e non è raro incontrare tra questi gente molto anziana che sicuramente dopo la pensione continua a dare il proprio contributo alla comunità!

Per non parlare di commessi, camerieri, e simili, che agli ingressi di negozi e ristoranti, per strada, ripetono in continuazione “irasshaimase.. irasshaimase douzo!” (che tradurrei con “venghino signori, prego… venghino“), per invitare ad entrare (a mo di “butta-dentro”) o semplicemente per darti il benvenuto quando entri… Se vi capiterà di trovarvi in Giappone per qualche tempo, anche breve, vi giuro che arriverete a odiarli!

Veramente, non è raro chiedersi perchè tutta questa gente fa lavori assolutamente evitabili… ma poi ci pensi e capisci che non sarebbe Giappone senza tutto ciò!!!





Per favore fallo in giardino

5 10 2008

La Tokyo Metro ha attuato una campagna di sensibilizzazione sulle buone maniere, con una serie di poster che cambiano ogni mese. Ecco quello che è spuntato il primo di Ottobre:

Please do it at the yard

Please do it at the yard

Sul sito ufficiale si possono vedere anche i poster dei mesi precedenti di questa “pubblicità progresso”.
Per quanto mi riguarda, le foto si commentano da sole! E voi che ne pensate? 😀

Questa è solo una delle curiosità della metro di Tokyo! Ne approfitto per mostrarvene un’altra:

Women only!

Women only!

Se in Italia si è lottato tanto per le quote rosa, qui in Giappone (dove storicamente le donne non hanno mai goduto di grande importanza nella società) adesso hanno pure il vagone rosa! E così, ogni mattina nella fascia di punta che va fino alle 9.30, l’ultimo vagone del treno è riservato a sole donne che così evitano il rischio di essere palpate nella confusione generale. Posso assicurarvi che i treni arrivano a riempirsi in maniera assurda in certi orari!