Notti insonni…

27 08 2009

…a fare gli ultimi preparativi (valigie, pacchi…), o come quella di oggi a preparare la presentazione finale per domani mattina, cerimonia conclusiva del Vulcanus 2008/2009… ma sì, cosa vuoi che sia 🙂
dopo un anno a balbettare giapponese, l’ultimo giorno improvviましょう!
Oggi è stato l’ultimo giorno in NTT Data…

Prima di spegnere quei pc definitivamente :P

Prima di spegnere quei pc definitivamente 😛

…salutare tutte quelle persone, che alla fine quasi non volevano farmi andare e le trovavano tutte per fermarsi e mettersi a parlare in ufficio e in corridoio (hai visto mai in un ufficio giapponese?!) mi ha fatto un certo effetto, ha cominciato a farmi realizzare che me ne sto andando per davvero… qualche nodo in gola stasera era inevitabile… ma, mi sa che non realizzerò mai veramente (a parte che tutto sto tempo per pensarci non ce l’ho :P)… Sabato riparto per l’Italia, ma dopo tutto… è solo un altro di mille viaggi!

Con Kentaro e il pazzo Daiki... anch'egli ex-Vulcanus (ma in EU)!

Con Kentaro e il pazzo Daiki... anch'egli ex-Vulcanus (ma in EU)!

Altri giovani colleghi...

Altri giovani colleghi...

Messaggi e saluti da quasi tutti, non potevano farmi regalo più bello

Messaggi e saluti da quasi tutti, non potevano farmi regalo più bello!

みなさんありがとう!

Qui le altre FOTO

Arrivederci al più presto in Italia!





La Sakura è finita…

18 04 2009

…andate in pace!

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Petali di fiori di ciliegio caduti

Petali di fiori di ciliegio caduti





Misteri metropolitani… metropolitane!

24 02 2009

Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi di circa 3 cm. di diametro. Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di sì.
Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si
infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di sì.
Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vasetto. Ovviamente La sabbia riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e copri tutto. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno.
Allora il professore tiro fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia. Gli studenti risero.
Ora, disse il Professore non appena svanirono le risate, voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita: i sassi sono le cose importanti la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, i vostri figli – le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto. La sabbia è tutto il resto le piccole cose.
Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia, continuò il Professore non sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti.
Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l’auto. Prendetevi cura dei sassi per prima – le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità… il resto è solo sabbia.
Una studentessa allora alzò la mano e chiese al Professore cosa rappresentasse la birra. Il Professore sorrise.
Sono contento che me l’abbia chiesto. Era giusto per dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere La vostra vita, perché c’è sempre spazio per un paio di birre.

Poco tempo fa, un mio carissimo amico mi ha fatto notare questa storia che ha fatto il giro di internet, ma da allora non posso evitare di ripensarla e reinterpretarla quando prendo la metro nelle ore di punta. Ecco come la vedo io.

https://i0.wp.com/archinect.com/gallery/albums/userpics/normal_6031%20tokyo%20subway%20line.jpg

Qui sì che c'è spazio! "Preco, si accomotino"!

All’ora di punta un treno di Tokyo si riempì di vecchietti, salarymen e salarywomen, si chiusero le porte e partì. Alla fermata successiva, si aprirono le porte e entrarono un altro numero indefinito di gakusei e busynessmen: evidentemente il treno non era ancora pieno, ma stavolta si riempì e ripartì. Altra fermata, si riaprirono le porte e entrarono un altro numero indefinito di otaku e ragazzette: anche stavolta evidentemente il treno non era ancora pieno, e, dopo essersi nuovamente riempito, ripartì. C’era chi dormiva o fingeva di farlo, chi leggeva manga o altri libri, chi ascoltava la musica mentre giocava con il Nintendo DS o la Psp e consultava internet col cellulare, chi guardava la tivù… e  solo qualcuno, che cercava di mantenere l’equilibrio aggrappandosi alle maniglie (gli altri preferivano appoggiarsi al prossimo e lasciarsi cullare…)

Altra fermata, le porte si aprirono, i passeggeri compattati. Senza alcuna spiegazione razionale l’aggregato umano non esplose mantenendo  miracolosamente l’incastro, ed io sul bordo di un’uscita prendevo il respiro per qualche secondo pensando “stavolta è pieno, non ci entrerà più nessuno”… ma ecco arrivarono all’ultimo momento altri salarymen e salarywomen che in tutta tranquillità e senza chiedere permesso o scusa, in perfetta nonchalance, si infilarono in qualche modo davanti a me stupefatto, in un meccanismo automatico che portò i passeggeri a compattarsi ancora di più… e il treno ripartì! La storia andò avanti ancora per qualche fermata, e prima o poi qualcuno iniziò pure a scendere da ‘sto benedetto treno!

Morale della favola, a Tokyo puoi riempire un treno quanto ti pare, non sarà mai pieno abbastanza potrà entrare ancora gente!

Conclusione analitico-filosofica: il concetto di treno “pieno” non esiste, lo spazio dei passeggeri di un treno di Tokyo è uno spazio non discreto, in cui infiniti spazi infinitesimi possono accogliere un numero imprecisato di esseri umani (*).

In genere non serve la forza, non servono gli spingitori nè gli spingitori di spingitori, è un meccanismo ben oleato, e il miracolo si ripete ogni giorno!  Come quello che per ogni treno che si riempie c’è sempre un equivalente numero immenso di persone pronte ad arrivare puntualissime, al messaggio soave “まもなく、電車がまいります・・・” [mamonaku, densha ga mairimasu…], ed accumularsi per il successivo che passa 2 minuti dopo. Provare per credere.

Alla prossima!
Chi cambia canale… è un まもなく!!!

[(*) in realtà sugli “esseri umani” ogni tanto la domanda sorgerebbe spontanea…]





Lion cafe

9 12 2008

La Tokyo che non ti aspetti.

Oggi pomeriggio dopo il corso di giapponese, Rob mi propone di andare a studiare per il test di domani (sì, perchè ogni tanto studiamo pure, che pensate…) a Shibuya in un posto di cui mi aveva già parlato qualche giorno fa. Non si tratta del solito Starbucks, Excelsior, Caffè Veloce o altre catene di trendy cafe, ma di qualcosa di unico, probabilmente non solo in Giappone ma nel mondo.

Nel bel mezzo della frenesia metropolitana e delle luci al neon di Shibuya, seminascosta e poco illuminata in una stradina caratterizzata da una serie di Sex shop, l’eccezione si chiama LION, in katakana ライオン, il primo kissaten per gli amanti della musica classica!

Il Lion cafe visto dallesterno.

Il Lion cafe visto dall'esterno. (sorgente esterna, clicca)

Luci soffuse, arredamento in legno scuro, atmosfera d’altri tempi, e la musica classica. Il menu delle bevande è piuttosto limitato e un po’ retrò, caffè, caffèlatte, cioccolata, milk egg, tè, tè al limone e poco altro, ma è la musica la protagonista. I clienti siedono su sedie di legno scricchiolanti in velluto rosso, ma rivestite in bianco, e tutte orientate verso due grandi altoparlanti contenute in elaborate teche di legno artigianali. Tra ogni tavolinetto, generalmente per 1-2 sedie, ci sono dei separè mdiamente alti e sembra di stare su un vecchio treno europeo.

Sotto alle casse, in uno spazio che ricorda un grande camino a legna, ci sono il giradischi ed una serie di lettori cd, dvd e amplificatori, ed intorno diversi scaffali pieni di titoli tutti da ascoltare, rigorosamente repertorio classico e mai troppo moderno!

Gli altoparlanti e il giradischi del Lion cafe.

Gli altoparlanti e il giradischi del Lion cafe. Foto fatta col cellulare.

La gente qui legge, scrive, studia, o semplicemente si gode un po’ di relax e di buona musica… ma non manca chi si lascia trasportare così tanto da appisolarsi! Un posto da sogno per gli otaku della musica classica (otaku è un termine con cui i giapponesi indicano i “fanatici”, coloro che hanno una passione maniacale specifica), ma non solo. Ovviamente regna il massimo silenzio, chiacchierare non è vietato ma praticamente sconsigliato, e gli ordini vengono presi dai camerieri bisbigliando. 🙂 Purtroppo è anche vietato fare foto, cosa che peraltro ho scoperto solo dopo aver scattato questa col cellulare su cui purtroppo non si può disabilitare il suono del “fotoclick”… almeno l’ho fatta quando nel cafe eravamo rimasti soltanto noi e forse un’altra persona sola.

Disposizione di sedie e tavolinetti.

Disposizione di sedie e tavolinetti. (sorgente esterna, clicca)

Il Lion fu costruito nel primo anno dell’Era Showa (1926), bruciato durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale, ma miracolosamente ricostruito nel 1950 ricreando fedelmente lo il design originale basato su una piccola sala da concerto Europea dell’800. Si sviluppa su due piani, comunicanti attraverso la parte centrale dell'”altare.

Vista dal piano di sopra.

Vista dal piano di sopra. (sorgente esterna, clicca)

Quando un CD finisce, il gestore annuncerà al microfono ma quasi sottovoce i titoli dei pezzi ascoltati, autori e interpreti, e inserirà un nuovo disco. Ma al di là di questo breve interludio, difficilmente si sentono altri rumori che distraggono dalla musica. L’esperienza è di quelle uniche, che ti fanno dimenticare di essere nel centro ipertecnologico e consumistico della metropoli più popolata del mondo, che ti rilassano e conciliano con lo studio e la lettura alla perfezione. Personalmente, pur avendo un bel po’ di sonno arretrato, sono riuscito a studiare più del solito e con piacere…. ok, lo ammetto, una pausa di 10-15 min di pennichella me la sono concessa anch’io, ma che goduria!

Tra le varie cose ascoltate ricordo un vinile contenente i Notturni, Improvvisi e Fantasia di Chopin suonati da Alfred Cortot, la cui copertina rossa è in mostra sopra il giradischi e sotto le casse (vedi foto), come avviene per ogni disco/CD in ascolto.

Il Lion ha un sito web, ma è tutto in giapponese, e soprattutto non presenta foto del posto con grande sorpresa, per in assenza di queste spero che la mia descrizione e un paio di immagini recuperate in altri blog rendano un po’ l’idea, anche se consiglio a chi passa da Shibuya di provarlo di persona una volta, anche per solo una breve pausa di relax!

A presto!

(sorgenti:
http://www.pliink.com/mt/marxy/archives/2006/02/the-lion-whispe.html,
http://studio360.wordpress.com/2008/11/20/tokyo-confidential/)





Kitto katsu… all’alba vincerò!

6 12 2008

Domenica mattina, noi coraggiosi gakusei (studenti, leggi “gak’see”) sosterremo l’esame di certificazione di lingua JLPT (Japanese Language Proficiency Test). Io personalmente, come molti altri, tenterò il livello 4 che è il livello base… e infatti “tenterò” sembra una parola grossa, visto che dopo una settimana di simulazioni a scuola ci siamo resi conto che è abbastanza abbordabile, sebbene a settembre (quando abbiamo dovuto fare domanda per partecipare) siamo stati messi sin troppo in guardia sulla complessità del livello superiore, il 3. Effettivamente, se il 4 sembra più che fattibile, il 3 risulta complicato facendo riferimento al corso seguito, ma pazienza… sarà pèr il prossimo anno, visto che il JLPT 3-4 si può fare una volta sola all’anno (a Dicembre), a differenza dei livelli 1-2 per i quali c’è anche una sessione a Luglio. Per il momento sono abbastanza soddisfatto di come riesco a comunicare e sono certo che nei prossimi mesi, durante il tirocinio, riuscirò a migliorarlo visto che nella mia azienda prevalentemente non parlano inglese!

Ma tornando all’esame, alla fine delle lezioni oggi pomeriggio le maestre ci hanno offerto delle barrette di Kit Kat come augurio, come fanno gli studenti giapponesi prima di ogni esame. Infatti una possibile trascrizione della pronuncia giapponese di kit kat è “kitto katsu” (きっとかつ, o in kanji 屹度) che significa “senza dubbio vincerò”!!! Geniale, ancor più per la Nestlè che ha giocato tanto su questa cosa e se si guarda alle decine e decine di varietà di gusto in vendità solo in questo Paese non si può che confermare quest’ipotesi: sakura (fiori di ciliegio), fragola, melone, soia (non poteva certo mancare…), kiwi, mela, menta, ice tea, caffèlatte, mango, e tanti e tanti altri. Guardare qua (wikipedia) e qua (immagini su google) per credere!

http://www.mikesblender.com/indexblog88.htm)

Alcuni tipi in vendita in Giappone (source: http://www.mikesblender.com/indexblog88.htm)

In realtà se si considera l’altra possibile pronuncia, “kitto katto” il significato cambia completamente, visto che “katto” sarebbe la pronuncia dell’inglese “cut”. Per cui da “sicuramente vincerai” diventerebbe “sicuramente sarai tagliato”, cioè fallirai!

Tonkatsu

Tonkatsu

Inutile dire che ha prevalso la versione più conveniente delle due. 🙂
Ad ogni modo katsu oltre ad essere il verbo “vincere” compare anche in altre occasioni, ed ero sicuro che anche per questi esiste la stessa superstizione e tradizione! Ancora una volta l’infallibile wikipedia conferma. 😉
Nella cucina giapponese “Katsu” (カツ)  indica una cotoletta di carne fritta, generalmente di maiale, ma non sempre. Il “tonkatsu” è di maiale, il “katsu-karee” è una cotoletta fritta condita con salsa di curry (che qui chiamano “karee”), il “katsu-don” (カツ丼) è una ciotola di riso (“don” = ciotola) guarnita con del tonkatsu, il “katsu-sando” (abbreviazione di “sandoichi”, sandwich)… e così via 🙂

Katsu-karē

Katsu-sando

Katsu-karē

Katsu-karē

Spero di avervi fatto venire fame 😀
いただきます!





Pulitrice di occhiali a ultrasuoni

1 12 2008
Pulitore a ultrasuoni

Pulitore a ultrasuoni

Ieri, attraversando il sottopassaggio della stazione di Shinjuku (la stazione più trafficata del Giapone, nonchè la seconda più grande del mondo), ho avuto la fortuna di trovare questo fantastico arnese. Qui a Tokyo puoi trovare di tutto, ma spesso capita che se cerchi qualcosa intensamente non la trovi mai, o che senza che te l’aspetti trovi la soluzione ai tuoi problemi!

Si tratta di una postazione [gratuita] per pulire le lenti degli occhiali in poco tempo ed accuratamente. La coincidenza ha voluto che ieri (per motivi che non sto qui a spiegare) i miei occhiali si erano sporcati di colla e lavarli normalmente con acqua e sapone, come previsto, non aveva sortito buoni effetti… Non poteva esserci situazione migliore per testare questo aggeggio!

Premendo un bottone su una delle due vaschette celesti si attiva un generatore di onde ultrasoniche che fa vibrare l’acqua (in realtà una soluzione adatta a trasmettere queste onde) creando delle bollicine in grado di rimuovere perfettamente lo sporco senza aggredire la superficie. Quando l'”idromassaggio” termina, basta sciacquare gli occhiali nella seconda vaschetta di acqua fresca (probabilmente per favorire l’asciugamento) ed asciugare con dei fazzolettini di carta. Spiegazione molto grezza, ma spero renda l’idea.

Non ho mai avuto così puliti, non un granello di polvere, non un segno di impronta o striscio, niente!

Sembra che aggeggi di questo tipo siano usati anche per pulire altri tipi di oggetti metallici, e gioielli. E pare che in giro se ne trovino anche a 50$, indicati per i gioielli.

Postazione a Shinjuku

Postazione a Shinjuku





Nikko, non solo scimmie

30 11 2008
Nikkō

Nikkō

Domenica scorsa siamo andati a Nikkō (日光, “luce del sole”), a circa 2 ore a nord di Tokyo, una delle mete turistiche più affollate grazie alla sua ricchezza di santuari e monumenti inseriti nella lista UNESCO dei Patrimoni dell’umanità.

Siamo andati insieme a Ichiro (一郎, “primo figlio”), un nostro simpaticissimo amico giappo-italiano, che qualche anno fa ha trascorso un anno in Italia a ll’Università di Venezia. Con lui sono venute anche Hitomi (anch’essa stata a Venezia l’anno scorso, parla l’italiano quasi meglio di me!) e Naoko.

Casualmente, alla stazione abbiamo incontrato un altro ragazzo del Vulcanus, Rob che stava partendo per Nikkō in compagnia di un suo “coinquilino” di dormitorio giapponese con cui fa scambio inglese-giapponese, e così abbiamo passato la giornata tutti insieme. Loro rimanevano in città per 2 giorni, per visitare anche la parte ovest ricca dal punto di vista paesaggistico e naturalistico per cui sicuramente varrà la pena di ritornarci, tempo permettendo, magari in primavera alla fioritura dei ciliegi!

Lallegra compagnia

Da sinistra: Marco, Naoko, Rob, Ichiro, Hitomi, Francesca, e me.

Il viaggio in treno è iniziato a sorpresa con Ichiro che ha uscito fuori una bottiglia di nihon-shu buonissimo (vino giapponese), presa dal suo posto di lavoro (una sorta di enoteca), con quale abbiamo fatto praticamente colazione! Mitico Ichiro! 😀 Nel frattempo abbiamo parlato e scherzato un po’ in giapponese, grazie anche a Ichiro e Hitomi che parlando italiano sono riusciti a spiegarci diverse parole ed espressioni nuove. Naoko invece aveva con sè un frasario di spagnolo perchè si è fissata con il flamengo e vuole impararlo! Nonostante Francesca parli benissimo lo spagnolo, alla fine l’abbiamo obbligata a imparare qualcosa di italiano, promettendole che Marco le avrebbe mostrato le sue celebri doti nel flamengo davanti le scimmie di Nikko! 😛

Le scimmie di Nikko

Le scimmie di Nikko

Ecco, le scimmie! Tutti conoscono le 3 famose scimmie come icona dell’omertà “non vedo, non sento, non parlo”, ma nessuno sa che derivano da queste tre scimmie sagge che rappresentano i principi del Buddhismo tendai: “non sentire il male, non vedere il male, non parlare il male”. Eh, sì… in fondo il concetto è quello.

Ovviamente non potevano mancare le foto di rito, e con queste concludo il racconto. Per vederle tutte cliccate QUI.

P

I soliti turisti scemi!

Particolare della porta Yomei-mon.

Dettaglio dello Yomei-mon (Portale del tramonto). Questo portale è decorato (anche esageratamente) con foglie doro, intagli, dipinti, animali e personaggi mitologici. Considerandolo estremamente perfetto, i costruttori hanno compiuto volutamente un errore posizionando una colonna sottosopra, per evitare di suscitare l'invidia degli dei!

(continua… clicca qui sotto)

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Vulcanus 2009-2010

27 11 2008

Minasan, konnichiwa!

Il programma Vulcanus in Japan non fa neanche in tempo ad iniziare che già parte il nuovo concorso per l’anno successivo, e la storia si ripete! Sogni, desideri, dubbi, documenti… è passato 1 anno per me da quei momenti, ma è volato così in fretta che mi sembra ieri.

Il concorso per il Vulcanus in Japan 2009-2010 è aperto!

Il concorso per il Vulcanus in Japan 2009-2010 è aperto!

Come prevedibile, con l’apertura del bando 2009-2010 ho iniziato a ricevere qualche email. Un anno fa, anch’io ero tra quelli che passavano le notti a divorare blog di partecipanti presenti e passati, e che sentiva il bisogno di scambiare opinioni e chiedere dubbi di ogni genere, e avrebbe voluto in certi momenti avere qualcuno con cui farlo personalmente. Solo ora che sono dall’altra parte, però, mi rendo conto di quanto sia duro trovare tempo libero, e quasi sempre quel poco che ti rimane basta a malapena per sentire casa (i miei concorderanno… :P). Perciò non prendetevela se non posso rispondervi via facebook, msn, skype o simili… ma il blog è in piedi anche per questo motivo.

Seguendo l’esempio di Nino (*), creo anch’io un post apposta per ricevere vostri commenti e domande di ogni genere riguardo al programma, sperando di potervi dare una mano per quello che posso.

Evito di ripetere cose già dette e ridette sul web e vi invito per il momento a dare un’occhiata ai seguenti  links:

peraltro già presenti nel menu a destra, dove ne trovate diversi altri (Siti e Vulcanus Blogs).

La scadenza anche quest’anno è fissata al 20 Gennaio, ma il primo consiglio è di non perdere un attimo perchè ci vuole del tempo per raccogliere e produrre tutta la documentazione richiesta, specialmente se i tempi burocratici delle vostre Università di solito lasciano a desiderare… non esitate a stargli col fiato sul collo per avere tutto in tempo!

Aspetto i vostri interventi!

EDIT 2009/03/02: informazioni relative al “Dopo short-listing”.

EDIT 2009/06/15 – IMPORTANTE!
Puoi partecipare (fare domanda) al Vulcanus in Japan solo fin quando sei studente iscritto all’università (triennale, specialistica o dottorato), e non dopo che ti laurei. Ogni anno il bando esce a Novembre e la scadenza per fare domanda è entro inizio-metà Gennaio (in genere il 20, ma le Università fissano una data prima per poter raccogliere e inviare le domande tutte insieme); i vincitori partono a Settembre di quell’anno.





Ohisashiburi desu ne!

23 11 2008

Con questa frase che in giapponese significa “è tanto tempo che non ci vediamo”, riprendo ad aggiornare provando a ritrovare regolarità sul blog dopo tanto tempo. Tra fatti, misfatti, esperienze e viaggi vari ho davvero un bel po’ arretrati da raccontare, sumimasen (scusate)! Per fortuna ho già pronte tante belle foto che mi aiuteranno a scrivere.

Oggi, internet e lonely planet alla mano, ho abbozzato un itinerario di viaggio nella regione del Kansai, da fare con Daniela durante le vacanze di Natale! Grazie a Marco che mi ha prestato il computer (il mio è ancora in assistenza, forse ancora per poco), e al corso di giapponese che finalmente comincia a dare soddisfazioni! Sono riuscito a prenotare telefonicamente gli alberghi, senza usare una parola di inglese! 😀

Domani mattina andiamo a visitare Nikko in giornata insieme ad alcuni giapponesi. Ci ha invitato Ichiro, un nostro amico che abbiamo conosciuto a Settembre che parla anche italiano.

Nella (lunga) attesa di raccontarvi di viaggi fatti, e futuri, riprendo il discorso dalla giornata di oggi in cui ho avuto una piacevole sorpresa! Ma andiamo per ordine…

La settimana scorsa, ho finalmente comprato un tavolo e due sedie usati ma in ottime condizioni… non ce la facevo più con quella specie di tavolinetto da caffè nano… Finalmente potrò studiare e mangiare come si deve anche a casa anzichè cercare sempre rifugio nei cafè o nei mac! Fortunatamente a neanche 200mt da casa mia c’è un “Recycle shop” dove ho fatto questo affare e dove potrò rivendere il tutto a fine anno.

il tavolo!

New entry n.1: il tavolo!

A pochi metri da quel negozio c’è un studio musicale, con un paio di sale prove, e sono entrato per chiedere dove poter comprare un basso di seconda mano o comunque a poco prezzo.

[ Piccola premessa… in estate, ho pensato di iniziare a suonare il basso elettrico, strumento che da sempre avrei voluto imparare. Così durante l’anno in Giappone avrei potuto continuare a suonare qualcosa, visto che comprare e tenere in casa una tastiera seria sarebbe stato abbastanza complicato… E secondo me, avrei avuto a disposizione un bel po’ di tempo libero, cosa che invece qui scarseggia sempre più col passare dei mesi 🙂 L’intenzione era quella di cercare un basso di seconda mano o di prenderne uno non troppo esigente, magari di quegli starter kit per principianti… l’altroieri sono pure stato a fare un giro per farmi un’idea al music district di Ochanomizu (strada piena di negozi di musica e strumenti, 90% chitarre… paradiso per i chitarristi!), e mi avevano anche detto che avrei potuto rivenderlo fra un anno e recuperare almeno metà prezzo. ]

Così, oltre a farmi dare indicazioni, gli ho lasciato il mio numero di telefono chiedendoli di avvisarmi se avessero saputo di qualche occasione.
La sorpresa di oggi riguarda proprio questo! Pomeriggio ricevo una telefonata, anche questa tutta in giapponese eccezion fatta per “… bass guitar!… present for you”!! Incredibbbbile!

New entry!

New entry n.2: bass guitar!

Uno dei ragazzi che lavora lì aveva un basso che non usava più e me l’ha regalato! Si è anche scusato di non avere la custodia… ma figuriamoci! Immaginate il mio imbarazzo nel ricevere questo regalo inaspettato! Grazie a Shou dello “Wild Flower Studio”! Troverò il modo per ringraziarlo appena possibile!

Il basso non è di marca, ma è perfetto per iniziare. E’ un basso a 4 cord “Legend”, marca sconosciuta che mi sembra di aver visto tra quegli starter kit di cui parlavo prima in dei negozi o su internet, e sembra in ottime condizioni! Le corde sembrano un po’ lente, ma probabilmente hanno bisogno semplicemente di essere accordate. Non vedo l’ora di comprare un jack e riavere il mio mac per provarlo!

Giuseppe-san, ganbatteeeee!!!!!!!!





La terra trema!

21 09 2008

Vibrazione o suoneria?

Stamattina alle 7.17 è stata la prima a fare da sveglia, ma non sto parlando del telefonino… ci ha pensato madre Terra a darmi il benvenuto nella terra dei vulcani e dei terremoti (oltre che del sol levante), con la prima scossetta reale! Peccato che anzichè svegliarmi, a quell’orario ero proprio sul punto di andare a dormire dopo aver trascorso la notte fuori in centro.

Ero seduto sul letto con il portatile davanti a me, e stavo parlando con Daniela… ad un certo punto mi è sembrato di sentire un lievissimo “annacamento” (leggi: oscillazione), mi guardo intorno, e sento come sbattere una porta al piano di sopra… Lì per lì, nel dubbio, ho pensato che fosse dovuto a quello, e che non c’era motivo di preoccuparsi… magari ero solo un po’ condizionato dalle simulazioni di terremoto fatte il giorno prima durante il programma di sicurezza.
Passa qualche secondo e arriva l’annacata (ri-leggi: scossa) seria che cancella ogni dubbio! “..terremoto… terremoto!” sono state le uniche parole che sono riuscito a dire in quel momento a Daniela, testimone in tempo reale della mia prima pseudo-cacarella, che però si è tradotta immediatamente in una serie di risate di autotranquillizzanti 🙂 Fortunatamente ero abbastanza stanco per non addormentarmi, e il sonno ha prevalso su qualsiasi preoccupazione!

Prima di coricarmi però non sono riuscito a fare a meno di informarmi su cosa fosse successo. Informazioni dettagliate:

Earthquake 2008/09/21, Chiba (Japan map)

Earthquake 2008/09/21, Chiba (Japan map)

Dettaglio

Dettaglio

Magnitudo 4.8, epicentro a 80km di profondità in corrispondenza di Chiba, la prefettura a cui fa capo il comune in cui vivo, Ichikawa. Come si vede dalle immagini, è stato a circa 27km da casa mia, ecco perchè l’ho sentito abbastanza bene!

Sembra quasi fatto apposta che il mio primo terremoto sia capitato un giorno dopo aver partecipato al programma di sicurezza in cui ci hanno fatto 2000 raccomandazioni su come prepararsi e reagire a situazioni di questo tipo. Inutile dire che non c’è paragone tra  cosa si prova durante la simulazione, (presa quasi come un gioco, e in ogni caso non così realistica anche se di magnitudo 6-7) e durante una scossa vera, anche se di breve durata!

A parte i terremoti, ci hanno anche “insegnato” come comportarci in caso di incendio e conseguenti situazioni di scarsa visibilità e respirabilità.

Kajida!!!

Precauzioni a parte, non vedo l’ora di prendere un tavolo e una sedia per la mia stanza perchè al momento ho solo un tavolinetto “da caffè” (? …) nano e na specie di poltrona da pavimento… scomodissimi per ogni scopo! Figuriamoci se posso ripararmi lì sotto al prossimo terremoto!

A prrrrresto!