Prendo spunto da un commento di いちご (leggi “ichigo”) per rispondere e proseguire il discorso iniziato nel post precedente.
いちご ha scritto:
[…] so che alcune donne (forse anche uomini) a turno, nel quartiere, dirigono il traffico nell’orario in cui i bambini lasciano le loro case e si avviano verso la loro scuola. Questo PRIMA di andare al proprio lavoro!! Insomma instancabili…
E’ vero? Ne hai vista qualcuna?
Non ti so rispondere con esattezza, perchè magari li ho pure visti ma non so che fossero genitori “volontari”. Di ausiliari del traffico ne vedo sempre e ho sempre avuto l’impressione che fosse gente comune, nel senso che non sembra che abbiano o che ci voglia una specializzazione per farlo, e probabilmente spesso sono volontari (in precedenza ho detto infatti che spesso sono piuttosto anziani)! In ogni caso, dopo 2 mesi che sto qui, se quello che hai sentito è vero non ci trovo nulla di strano, rispecchia esattamente il loro modo di pensare, di concepire il lavoro e il bene comune.
La dedizione al lavoro è un cardine della loro cultura, e quindi nonostante sia stancante, impegnativo e ti mangia tutto il tempo libero, se sei giapponese il tuo lavoro lo fai con passione e con piacere. E se proprio hai del tempo libero, perchè sprecarlo se puoi essere d’aiuto alla comunità?
Questo, in parte, spiega anche perchè i giapponesi generalmente tendono a non sfruttare i giorni di ferie che hanno a disposizione (ci sono compagnie che fanno delle vere e proprie campagne di sensibilizzazione per stimolarli…), e perchè in Giappone ci sia forse il più altro tasso di risparmio (non so se è l’espressione tecnica corretta, ma fondamentalmente le famiglie giapponesi tendono più ad accumulare risparmi che non a spenderli!)
Inoltre, da quello che ho capito e da quanto ci è stato “raccontato” finora durante diversi seminari sul Giappone, il loro modo di pensare, formato attraverso un certo tipo di Educazione (scritta volutamente con la maiuscola) e disciplina, li porta a non perseguire il successo personale e la competizione, ma tutto l’opposto.
Se questo da un lato sembra positivo in quanto estremamente altruistsa, dall’altro comporta anche qualche effetto negativo, in quanto l’assenza di competitività porta involontariamente ad uniformarsi su livelli mediocri piuttosto che raggiungere risultati ottimi, limitando le proprie potenzialità e soprattutto la fantasia e l’inventiva.
Per fare un esempio pratico ci è stato detto che i ragazzini che a scuola hanno risultati eccellenti si sentono quasi in colpa e a disagio nel risultare superiori ai loro compagni… 🙂
Chiudendo (momentanemente) il discorso, ringrazio nuovamente ichigo perchè mi offre su un piatto d’argento un altro kanji! Ichigo infatti significa “fragola”, ed è rappresentata così:
Dai, con un pizzico di immaginazione un po’ assomiglia a una fragola, no? 🙂
In realtà, volendolo esaminare più a fondo, la parte superiore dell’ideogramma rappresenta il concetto di “pianta” in generale, ed infatti lo si trova in molti altri ideogrammi che hanno a che fare con le piante, come:
- 茶 (leggi “cha”) = tè
- 花 (leggi “hana”) = fiore
…giusto per dimostrarvi che non sono sempre o solo scarabocchi senza una logica!
Ultimi commenti