A Change of Seasons

22 12 2008

Cambio di stagione… sono giunto alla fine della prima parte di questa avventura vulcanica (di tipo esplosivo!), il corso di Giapponese finirà ufficialmente oggi con la Final Presentation e la consegna dei certificati. In serata, la cena di Natale insieme a tutto lo staff del Vulcanus, insegnanti, e rappresentanti delle compagnie. E da Gennaio si cambiano i ritmi (…o no?), inizierò il tirocinio e vivrò un’altro aspetto importantissimo di questa esperienza.

E’ arrivato l’inverno, anche se ancora qui a Tokyo il clima è molto mite, gli ultimi giorni sembrava quasi primavera. E con l’inverno arriva il Natale, anche se fatico a rendermi conto, a realizzare che sono passati 4 mesi, che oggi è uno spartiacque importante e che molti dei miei amici andranno in posti lontani del Giappone e sarà difficile incontrarsi… soprattutto non ci rivedremo più ogni giorno, come abbiamo fatto fin’ora grazie alla tanto amata-odiata scuola!

Il Natale quando arriva arriva diceva uno spot. Qui a Tokyo è ormai 1 mese e mezzo i che la città è tutta decorata con luci, a cui si aggiungono le canzoni natalizie supertormentoni che sento in continuazione fino alla nausea nei centri commerciali! “you better watch out….. Santa Claus is coming to toooown!”, l’avrò sentita in almeno 5 versioni diverse nello stesso posto, ormai non sa più da dove uscirmi, dal naso, dalla bocca….. Forse sarà anche per questa “normalità” natalizia, e per gli impegni che mi hanno lasciato poco tempo per pensare, che adesso che è arrivato, il Natale quasi fatico a percepirlo.

Shibuya con decorazioni natalizie

Shibuya con decorazioni natalizie

Fortuna che arrivano le vacanze, e che arriva… Daniela! Inutile dire che non vedo l’ora di riabbracciarla! Dopo Natale andremo a visitare Kyoto e dintorni e staremo fuori per una settimana.

Come al solito ho in mente tante cose da scrivere, ma dubito che avrò tempo e voglia a breve… voglio godermi un po’ di meritata vacanza in compagnia della persona che amo.

Così vi saluto e colgo l’occasione per fare gli auguri di Buon Natale a parenti, amici, colleghi e tutti quelli che seguono il blog! A presto!!!

Canzone del giorno: Santa Claus is coming to t ma che diiico!!! A change of Seasons (Dream Theater)!





Lion cafe

9 12 2008

La Tokyo che non ti aspetti.

Oggi pomeriggio dopo il corso di giapponese, Rob mi propone di andare a studiare per il test di domani (sì, perchè ogni tanto studiamo pure, che pensate…) a Shibuya in un posto di cui mi aveva già parlato qualche giorno fa. Non si tratta del solito Starbucks, Excelsior, Caffè Veloce o altre catene di trendy cafe, ma di qualcosa di unico, probabilmente non solo in Giappone ma nel mondo.

Nel bel mezzo della frenesia metropolitana e delle luci al neon di Shibuya, seminascosta e poco illuminata in una stradina caratterizzata da una serie di Sex shop, l’eccezione si chiama LION, in katakana ライオン, il primo kissaten per gli amanti della musica classica!

Il Lion cafe visto dallesterno.

Il Lion cafe visto dall'esterno. (sorgente esterna, clicca)

Luci soffuse, arredamento in legno scuro, atmosfera d’altri tempi, e la musica classica. Il menu delle bevande è piuttosto limitato e un po’ retrò, caffè, caffèlatte, cioccolata, milk egg, tè, tè al limone e poco altro, ma è la musica la protagonista. I clienti siedono su sedie di legno scricchiolanti in velluto rosso, ma rivestite in bianco, e tutte orientate verso due grandi altoparlanti contenute in elaborate teche di legno artigianali. Tra ogni tavolinetto, generalmente per 1-2 sedie, ci sono dei separè mdiamente alti e sembra di stare su un vecchio treno europeo.

Sotto alle casse, in uno spazio che ricorda un grande camino a legna, ci sono il giradischi ed una serie di lettori cd, dvd e amplificatori, ed intorno diversi scaffali pieni di titoli tutti da ascoltare, rigorosamente repertorio classico e mai troppo moderno!

Gli altoparlanti e il giradischi del Lion cafe.

Gli altoparlanti e il giradischi del Lion cafe. Foto fatta col cellulare.

La gente qui legge, scrive, studia, o semplicemente si gode un po’ di relax e di buona musica… ma non manca chi si lascia trasportare così tanto da appisolarsi! Un posto da sogno per gli otaku della musica classica (otaku è un termine con cui i giapponesi indicano i “fanatici”, coloro che hanno una passione maniacale specifica), ma non solo. Ovviamente regna il massimo silenzio, chiacchierare non è vietato ma praticamente sconsigliato, e gli ordini vengono presi dai camerieri bisbigliando. 🙂 Purtroppo è anche vietato fare foto, cosa che peraltro ho scoperto solo dopo aver scattato questa col cellulare su cui purtroppo non si può disabilitare il suono del “fotoclick”… almeno l’ho fatta quando nel cafe eravamo rimasti soltanto noi e forse un’altra persona sola.

Disposizione di sedie e tavolinetti.

Disposizione di sedie e tavolinetti. (sorgente esterna, clicca)

Il Lion fu costruito nel primo anno dell’Era Showa (1926), bruciato durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale, ma miracolosamente ricostruito nel 1950 ricreando fedelmente lo il design originale basato su una piccola sala da concerto Europea dell’800. Si sviluppa su due piani, comunicanti attraverso la parte centrale dell'”altare.

Vista dal piano di sopra.

Vista dal piano di sopra. (sorgente esterna, clicca)

Quando un CD finisce, il gestore annuncerà al microfono ma quasi sottovoce i titoli dei pezzi ascoltati, autori e interpreti, e inserirà un nuovo disco. Ma al di là di questo breve interludio, difficilmente si sentono altri rumori che distraggono dalla musica. L’esperienza è di quelle uniche, che ti fanno dimenticare di essere nel centro ipertecnologico e consumistico della metropoli più popolata del mondo, che ti rilassano e conciliano con lo studio e la lettura alla perfezione. Personalmente, pur avendo un bel po’ di sonno arretrato, sono riuscito a studiare più del solito e con piacere…. ok, lo ammetto, una pausa di 10-15 min di pennichella me la sono concessa anch’io, ma che goduria!

Tra le varie cose ascoltate ricordo un vinile contenente i Notturni, Improvvisi e Fantasia di Chopin suonati da Alfred Cortot, la cui copertina rossa è in mostra sopra il giradischi e sotto le casse (vedi foto), come avviene per ogni disco/CD in ascolto.

Il Lion ha un sito web, ma è tutto in giapponese, e soprattutto non presenta foto del posto con grande sorpresa, per in assenza di queste spero che la mia descrizione e un paio di immagini recuperate in altri blog rendano un po’ l’idea, anche se consiglio a chi passa da Shibuya di provarlo di persona una volta, anche per solo una breve pausa di relax!

A presto!

(sorgenti:
http://www.pliink.com/mt/marxy/archives/2006/02/the-lion-whispe.html,
http://studio360.wordpress.com/2008/11/20/tokyo-confidential/)