Paste di mandorla!

27 06 2009

Le paste di mandorla sono una delle cose più buone e uniche che abbiamo in Sicilia 🙂 Ne potresti portare via quintali (con un po’ di attenzione si conservano anche per lungo tempo), ma non saranno mai abbastanza, una tira l’altra, e poi ancora un’altra… come si suol dire “ancora una, e poi basta!” 😛

シチリアにアーモンドとかピスタチオとか一般的だから、シチリアのお菓子の中で「Pasta di mandorla」(パスタ ディ マンドルラ)というアーモンドの菓子はすごく名物ですよ!

Ne ho portate un po’ l’ultima volta che sono tornato in Giappone dalla Sicilia, e dal blog di ちょごりさ una dei fortunati ad averne ricevuto qualcuno, ecco una testimonianza con foto e commenti!

以下の写真は「ちょごりさ」さんのブロッグで取ったです。私はさっきの帰国から戻るとき、お土産としていくつな パスタ-ディ-マンドルラを持ってきました。もらったお土産人はラッキーですね!私の同僚の奥さん、りささんは自分のブロッグで写真をアップしたり、コメントとを書いたりしました。すばらしい写真ありがとうございました!

Paste di mandorla, foto dal blog di ちょごりさ

Paste di mandorla, foto stupenda dal blog di ちょごりさ

Ed ecco una foto dei pochi rimasti, e della fatnastica scatola-confezione, con il disegno di un ramo di mandorlo in fiore, che nulla ha da invidiare ai sakura! 😛

次の写真はシチリアから持ってきたお菓子の箱。お菓子は少ないしかのこっていませんが、箱はとてもきれいですね!アーモンドの花の画があるんですから!アーモンドの花は桜の花にすごく似ていますけど、アーモンドのは2月に花盛りします。その時、毎年に「Mandorlo in fiore」(マンドルロ イン フィオレ)という湯名な祭りはアグリジェントAgrigento) という町に行われています。

Vera specialità Siciliana!

Vera specialità Siciliana!

E chi saranno i prossimi fortunati? ….sempre che non li mangi tutti io 😛
次のラッキーもらう人はだれ?…俺が全部のを食べるかも!!

りささん、健二君、何でもおめでとうございます!(何か分かってるね?;))





Che figata la rice cooker!

23 06 2009

L’ho sempre avuta in casa sin da quando sono arrivato, ma non l’avevo mai usata prima. La rice cooker è un elettrodomestico indispensabile nelle case delle famiglie giapponesi e cinesi (e suppongo anche altrove, là dove il riso costituisce un elemento fondamentale nella dieta).

La "mia" rice cooker

La "mia" rice cooker

Poichè quasi ogni giorno a pranzo una tazzona di riso di contorno non me la toglie nessuno, non mi era mai venuto tutto questo gran desiderio di prepararmi questo tipo di riso in casa. In compenso ho sempre avuto la curiosità di usare l’aggeggino infernale e pochi giorni fa l’ho fatto.
Giudizio? E’ una figata! 🙂
Basta riempire il cestello (l’unica cosa che va lavata in maniera facilissima, tra l’altro) con la quantità di riso desiderata (X dosi), l’equivalente d’acqua (X dosi più 1/2 dose), chiudere e premere Start! Aspetti il tempo necessario (da 15 a 40 min circa, a seconda del menu selezionato) e… taac, il riso è servito!
Per non parlare del timer, per chi volesse evitare l’attesa e trovare il riso già pronto la mattina per colazione, o la sera al rientro da lavoro. 🙂
La qualità della cottura è davvero ottima, e teoricamente con un po’ di fantasia e gusto personale si può aggiungere altri ingredienti, come sale, burro, olio ecc… e giocare sulla quantità di acqua per ottenere un riso più o meno attaccato, o umido.
Le rice cooker più grandi (la mia è piccolina e con le funzioni essenziali) permettono di sovrapporre al cestello del riso un supporto per cuocere contemporaneamente delle verdure a vapore.
Direttamente da Wikihow (http://www.wikihow.com/Cook-Rice-in-a-Rice-Cooker) ecco un breve riassunto su come usare la rice cooker: Leggi il seguito di questo post »





Darie, mangiare rumeno a Tokyo

21 06 2009
Insegna del ristorante

Insegna del ristorante

Qualche tempo fa avevo, mentre leggevo su internet informazioni sui ristoranti di cucina straniera a Tokyo, ho trovato una recensione a dir poco entusiastica dell’unico ristorante di cucina Rumena che si trova in città.

La descrizione, fatta da un rumeno, ne parlava in maniera così superlativa, esaltando addirittura questo ristorante come il miglior posto al mondo in cui aveva mai mangiato dei piatti tipici della Romania così genuini e ben preparati!

Così mi sono detto: super tare! Non posso non provarlo! E alla prima occasione utile, cioè ieri, sono andato a pranzare lì. 🙂

Il ristorante si chiama Darie, e si trova a Ginza sulla strada pricipale (Chūō Dōri), poco distante dalla stazione (uscita A2, due isolati più avanti sullo stesso lato della strada). Seguendo il modo giapponese, a pranzo propongono dei menu a un certo prezzo, e a cena altri, decisamente più alti.

Nonostante si tratti di cucina estera, e così ben fatta, il pranzo può essere davvero economico (per essere in Giappone)! Ecco cosa ho mangiato io:

  • ciorba (anche se dalla consistenza penso che fosse più supa, cioè zuppa, che ciorba…)
Ciorba, con pane e burro

Ciorba, con pane e burro. Il fazzolettino sulla destra... quello è tipico giapponese ovviamente.....!

  • mititei, polpettine di carne tipiche (dette anche mici) con contorno
Mititei

Mititei

accompagnati da pane e burro:

Pane e burro

Un po' più di pane non mi sarebbe dispiaciuto però!

e per finire in dolcezza….

  • papanașu (leggi “papanashu”) e caffè!!
Papanașu: yum yum yum!!!!

Papanașu: yum yum yum!!!!

Ecco… io non sono rumeno, ma ci sono stato 3 volte e per quello che posso ricordare… questo pranzo è stato ottimo! I mititei erano davvero buoni (il contorno un po’ scarsino, ma per le quantità… siamo sempre in Giappone!), e il papanashu (non ho saputo resistere alla tentazione!) a dir poco fenomenale!  Foarte bun!!! Prima di oggi, l’avevo mangiato solo 1-2 volte, ma questo è senza dubbio il migliore in assoluto che abbia mai mangiato! Incredibile!

Il ristorante si trova al piano B1 (il primo sottoterra), è piccolino e ben arredato in stile tradizionale, con tante decorazioni ed anche le cameriere vestite in abiti tradizionali rumeni!

Tanti oggetti tipici tradizionali rumeni

Tanti oggetti tipici tradizionali rumeni

Alcune decorazioni nel locale

Alcune decorazioni nel locale

Al pranzo si può ordinare un “set” (zuppa + pane o riso + portata principale + caffè) al prezzo di 950 ¥ senza dessert, o di 1500 ¥ con papanashu, davvero un ottimo prezzo. I set proposti a pranzo variano a seconda del piatto principale: ieri, oltre a quello con i mititei che ho mangiato io, c’erano un set con tokanisha e uno con merluzzo in salsa piccante (?). Ma si può ordinare anche altro, ovviamente. E non mancano “chef no o susume ranchi”, ovvero “il pranzo consigliato dallo chef”, e il pranzo “speciale”.

Pane e burro

Il menu (pranzo) del giorno.

Il pomeriggio, dalle 13.30 alle 16.30, tea-time, mentre la sera per cena si spende mediamente a partire da 3000 ¥!

Chissà se avrò occasione e tempo per tornarci, magari porto qualche amico o collega a provare un po’ di vera cucina rumena!

Ecco qualche link:

Avrei voluto scrivere un po’ più in rumeno, ma quel poco che sapevo l’ho dimenticato, o è lì da qualche parte del mio cervello nascosto e impaurito dal tanto giapponese che è entrato negli ultimi mesi!!

A presto, paaaaa!!





Sendai, mari e monti (parte II)

26 03 2009

Il secondo giorno di viaggio sapevamo che sarebbe stata una bellissima giornata di sole e volevamo sfruttarla per un’escursione fuori dalla citta’, verso località di montagna distanti circa 1 ora. C’erano un bel po’ di possibilità e posti da vedere: la cascata di Akiu (considerata una delle 3 cascate più belle del Giappone), l’Akiu Onsen, la gola rocciosa di Futakuchi, Yamadera. Sapevamo anche che sebbene geograficamente fossero tutte nella stessa zona, i tempi e i trasporti avrebbero limitato tanto.

Senzan Line, da Sendai per Yamadera

Senzan Line, da Sendai per Yamadera

Alla fine ci si è messo il servizio di autobus che serve la zona, che inspiegabilmente ha molti meno collegamenti durante i finesettimana e i giorni festivi verso quelle località che… in realtà sono fondamentalmente attrazioni turistiche, e si sa che i turisti in genere viaggiano nei giorni festivi!! Mah… siamo in Giappone, a volte meglio non chiedersi il perchè di certe cose 😛

Alla stazione di Yamadera

Cartello alla stazione di Yamadera

A me ispiravano molto le descrizioni di Futakuchi, ma considerati gli scarsi collegamenti e le opzioni possibili, abbiamo deciso di andare a Yamadera, di cui sapevamo della presenza di un tempio, della possibilità di scalare la montagna, e poco altro.

Casualmente però avevamo anche letto in un sito internet che si poteva raggiungere Yamadera a piedi attraverso un percorso tra valli, ruscelli, ponticelli e cascate in mezzo alla montagna, che parte dalla stazione precedente (Omoshiroyama 面白山, “la montagna interessante” o “divertente“?). Così, se si vuole, si può trasformare questa gita a Yamadera (per cui 2 ore bastano e avanzano) in una gita di un giorno.

Nonostante poco prima di arrivare avessimo visto neve, ancora una volta ispirati dalla legge del ganbatte (alla faccia delle Converse di Tommaso e Giusj, ideali per fare hiking sulla neve!), abbiamo optato per scendere dal treno a Omoshiroyama, e cercare “il percorso che parte alla sinistra della stazione”, come suggerito da quel sito.

Omoshiroyama, sentiero chiuso

Omoshiroyama, sentiero chiuso

Immediatamente appena scesi dal treno, vediamo una sorta di sentiero la cui entrata però è chiusa (vedi foto a sinistra). E ci chiediamo “vuoi vedere che con tutta sta neve il percorso è chiuso, e ci tocca aspettare il prossimo treno?” (che per la cronaca passava dopo 1 ora circa)… Scopriamo che la stazione si trova proprio in corrispondenza della stazione di skilift di un impianto sciistico. Ci confermano che il percorso è chiuso e che il treno passa dopo un’ora, e ormai andiamo comunque a fare due passi sulla neve con l’intenzione di fare qualche foto. C’eravamo solo noi e 2-3 persone che sciavano.

Fortunatamente pero’ scopriamo subito l’inizio del “percorso” con l’indicazione “per Yamadera –>” e non era sbarrato … che male c’e’ ad imboccarlo? In realtà non si trattava del percorso di hiking, ma della strada che consente nelle stazioni non invernali di raggiungere Omoshiroyama in macchina, e che ancora è chiusa per via della neve. Pazienza, fare il vero percorso più a contatto con il fiume e il bosco, magari in autunno sarebbe stato suggestivo, ma non ci è andata male lo stesso!

Inizio della strada, in fondo si intravede ancora limpianto.

Un primo panorama

Un primo panorama

La foresta intorno a noi

La foresta intorno a noi

Camminando notiamo alberi spezzati, massi caduti dalla montagna, qualche piccola frana, e la forza della natura incontrollata da qualche mese… che faticaccia che faranno ogni anno per ripulire tutto e ripristinare la strada! La giornata di sole però ci fa godere tutto, e passeggiare in mezzo alla natura, solo noi e nessun altro, è proprio quello che ci serve dopo settimane trascorse in metropoli!

Vegetazione invernale

Nonostante la neve sotto i piedi e intorno a noi non faceva freddo, niente in confronto al giorno prima, e così senza mai pensare di tornare indietro abbiamo cominciato a scoprire un po’ di curiosità strada facendo! Una delle prime è stato il cartello che indicava “Yamadera 7.1 km” 😀   Sugoi!!

Poi abbiamo scoperto una macchina di qualche genio caduta e ribaltata sulla scarpata ai lati della strada! E menomale che poco dopo c’erano i cartelli apposta a mettere in guardia!

Proprio un genioBei relitti

In alto: proprio un genio - In basso: altro relitto

Attenzione!

Attenzione!

Tra un’indicazione e l’altra, la strada si addentra sempre di più nella valle, costeggiando un fiume che ci porta ad una bella cascata. Tutto e’ molto surreale, sembra davvero che l’uomo non avesse messo piede da queste parti da un po di’ tempo!

Cascata in mezzo alla montagna interessante

Cascata in mezzo alla "montagna interessante"

4,2 km percorsi...

4,2 km percorsi...

...ancora 3 km!

...ancora 3 km!

Dopo circa due ore e 7.5 km percorsi senza fretta, con tante fermate pro-fotografia, arriviamo nel centro abitato di Yamadera, individuiamo subito l’ingresso-salita al tempio, ma anche un paio di ristoranti! Ci fermiamo in uno di questi per ricaricare le energie con una ciotola calda di soba (spaghetti di grano saraceno, in brodo caldo), ed io e Marco scegliamo coraggiosamente una certa “tororo soba” (とろろそば), pur non sapendo cosa fosse sto “tororo“… al vederlo restiamo molto delusi. Il gusto non rimedia molto, e sopratutto il prezzo del pranzo non è molto coerente con la quantità di cibo che abbiamo messo nella panza!

Yamadera 山寺, letteralmente “montagna tempio”, è famosa per il tempio Risshakuji e la montagna caratterizzata da tanti buchi (scavati da monaci per diversi secoli) che la rassomigliano ad una groviera! La salita è di 1110 gradini (stando alla wikitravel), non li ho contati ma li ho fatti tutti!
Il panorama diventava sempre più bello man mano che si saliva!

Lanterna di pietra lungo la salita

Lanterna di pietra lungo la salita

4,2 km percorsi...

Caratteristici buchi nella montagna

Cascata in mezzo alla montagna interessante

Yamadera, vista della valle

Concludo qui, perchè ho fatto tante foto che dicono molto di più di tante parole. Vi lascio solo con alcune curiosità:

  1. Nel punto panoramico più bello della montagna, la pensilina in legno è piena di meishi 名刺 (biglietti da visita) lasciati dai visitatori, probabilmente si dirà che porti bene a qualcosa, ma non sappiamo di preciso cosa. Io e Giusj, in rappresentanza di tutto il Vulcanus 2008-09 abbiamo lasciato i nostri!
  2. Una buca delle lettere… vuoi vedere che il postino si fa 1110 gradini su e giù ogni giorno? 😀
  3. Sulla parete di uno degli edifici antichi in legno del complesso templare, c’è appeso un comunissimo schifosissimo orologio da muro analogico bianco in plastica…… incredibile, no comment….

Attenzione!

1) Il logo EU-Japan è inconfondibile!

Cassetta delle lettereOrologio vergognoso

2) Cassetta delle lettere, 3) Orologio vergognoso

Per tutte le altre clicca QUI (slideshow).

Fine parte II. Nella prossima qualcosina riguardo alla città di Sendai.
Ciao!!!





Sendai, mari e monti (parte I)

24 03 2009

Altro cambio di stagione, altro renkyuu (letteralmente “vacanze consecutive”… in genere “weekend lungo”)! In Giappone gli equinozi sono feste nazionali e, come detto in precedenza, il giorno di vacanza non si perde se cade di fine settimana 🙂
L’equinozio di Primavera, Shunbun no hi ( 春分の日) si festeggia il 20 o 21 Marzo a seconda che l’anno sia bisestile o meno. Per tradizione le famiglie fanno visita alle tombe dei propri cari lasciando fiori, incenso e degli ohagi, dolci palline di riso ricoperte dall’immancabile onnipresente anko (marmellata di fagioli rossi azuki).

Sendai è a nord, nella regione del Tohoku

Sendai è a nord, nella regione del Tohoku

Me ne potevo stare a Tokyo in quest’occasione? Ovviamente no, e come sempre ci siamo ritrasformati in tour operators last minute organizzando in quattro e quattr’otto un viaggio a Sendai. Stanchi dei soliti templi, onsen, e stanchi della routine settimanale (paradossalmente chi per troppo lavoro, chi per assoluta mancanza di lavoro…), abbiamo evitato di stressarci con orari stretti ed accanirci nel dover visitare per forza tutti i possibili luoghi di interesse turistico, prendendocela piu’ comoda. Il viaggio ha preso una connotazione piu’ rilassata e decisamente nature, portandoci dal mare alla montagna, per cui il titolo non poteva essere altro che “Sendai, mari e monti” 😀

Inoltre, a Sendai vive Karol, un nostro amico polacco che il Vulcanus ha spedito in uno studio di architetti da solo lassù a nord, e che ha avuto il piacere di accogliere l’allegra comitiva e di farci conoscere la “sua” Sendai, e specialmente la vita notturna molto animata e diversa da quella esagerata di Tokyo.

Io, Tommaso e Francesca siamo partiti da Tokyo venerdì mattina prestissimo, prendendo una serie di treni locali della durata media di 1 ora (il primo era alle 6:10), e siamo arrivati a Sendai alle 13:30 circa dopo 6 cambi! 😛 Per risparmiare avevamo deciso di prendere l’economicissimo Seishun 18 Kippu, un biglietto speciale che funziona da pass giornaliero per qualsiasi treno locale e rapido della JR in tutto il Giappone, esclusi espressi e shinkansen. Nonostante tutto, a parte il sonno, abbiamo fatto quasi tutto il viaggio a parlare e scherzare, e i ventimila cambi non sono stati per niente pesanti.

A Sendai ci siamo riuniti con Giusj, che veniva da Tsukuba, e Marco e Karl da Hitachi. In stazione abbiamo incontrato anche Lukasz e Bolek insieme a un gruppo di loro amici/colleghi di lavoro, di passaggio anche loro per Sendai per un giorno, e Karol con il quale ci siamo messi d’accordo per la sera.

La nostra prima meta e’ stata Matsushima (松島, da “matsu“=pino, “shima“=isola), uno dei luoghi imperdibili di questa zona (poco più di mezz’ora di treno da Sendai), e famosa per la caratteristica baia punteggiata da minuscole isolette riperte di pini considerata uno dei 3 panorami piu’ belli del Giappone (日本三景  [nihon sankei]). I Giapponesi hanno innato il vizio di classificare sempre i “3 più” in ogni cosa!!
Isoletta nella baia di Matsushima, e Gabbiano

Isoletta nella baia di Matsushima, e Gabbiani

Da Sendai siamo andati a Shiogama, la localita’ sulla costa che precede Matsushima, dalla quale volevamo prendere il battello per raggiungere Matsushima via mare passando in mezzo alle varie isolette. Arrivati a Shiogama ci informano che l’ultimo battello parte dopo poco piu di 5 minuti (alle 15) ed il porticciolo era a circa 10 minuti a piedi, e ci e’ toccato correre letteralmente a perdifiato (grande Tommaso! uno scatto d’altri tempi!) 🙂

Il battello

Il battello

Porto di Shiogama

Porto di Shiogama

Nonostante il sole, faceva freddissimo e tirava un gran vento, ed abbiamo preferito stare per lo piu’ all’interno del battello, ma questo non ci ha impedito di scattare dal ponte un infinita’ di foto al paesaggio e ai gabbiani che ci hanno accompagnato per tutti i 50 minuti!
Alcune isole

Alcune isole

Paesaggio caratteristico

Paesaggio caratteristico...

...ma il cemento potevano evitarlo!

...ma qui il cemento potevano evitarlo!

Gabbiani accompagnano il battello

I turisti li hanno abituati troppo bene con le patatine...

Gabbiano curioso!

Gabbiano curioso!

Gabbiano si dice 鴨の [kamono]

Gabbiano si dice 鴨の (kamono)

Incuranti del freddo (o meglio della nostra salute :P) arrivati a terra siamo andati a visitare le isolette piu vicine collegate alla costa da piccoli ponti percorribili a piedi. Su una di queste, minuscola, si trova il tempio Godaido. In un’altra (Fukuura-jima Island, 福浦島), più grande accessibile attraverso un lungo ponte (neanche a farlo apposta rosso!) che si dice porti alla rottura le coppie di fidanzati che lo attraversino insieme, siamo pure scesi in spiaggia e come dei bambini scritto i nostri nomi sulla sabbia al tramonto…

Sul ponte per Fukuura-jima

Sul ponte per Fukuura-jima

Spiaggia di Fukuura-jima

Spiaggia di Fukuura-jima

Tornati piuttosto infreddoliti in città, dopo aver fatto il checkin al ryokan (tipo tradizionale giapponese di ostello), siamo andati a cena con Karol, e fatto un primo giro della città concludendo la serata in un pub gestito da un ragazzo svedese di Jonköping che non credeva ai suoi occhi quando ha letto Linköping sulla mia felpa! Che fatica ma che piacere rispolverare quel poco di svedese che so, ormai arrugginito e parecchio sovrascritto dal giapponese!
Fotomontaggio by Fra

Fotomontaggio by Fra

In attesa del resto del racconto, come al solito tutte le FOTO sono QUI (slideshow).

Jätte bra!!!
Vi ses!




Monjayaki

11 02 2009

Ieri sera, 10 Febbraio, sono stato insieme ad alcuni colleghi a mangiare Monjayaki (もんじゃ焼き), una specialità di Tokyo ed in particolare di Tsukishima, un’isoletta artificiale sulla baia di Tokyo ad una sola fermata dal mio posto di lavoro, piena di questi ristoranti. Prima che sapessi cosa fosse ecco in che termini ne hanno parlato: “non la conosci? è un piatto tipico, ma è difficile da descrivere… non ha forma… l’odore è cattivo… però il gusto…… tutti i Giapponesi la conoscono…”. Inutile dire che senza pensarci su due volte ho accettato 🙂

In realtà nulla di così preoccupante, anzi. L’odore non è cattivo, se non fosse che si attacca irreparabilmente ad ogni vestito (è passato un giorno e non li ho ancora rientrati dal balcone!).
Come dice il termine (-yaki), viene cotto alla piastra, e come spesso accade in Giappone la preparazione è fai-da-te (se ce la sai, altrimenti ti danno una mano quelli del locale). Ti portano una ciotolona piena di un po’ di tutto (anche se ne possono scegliere diversi tipi): gamberi, gamberetti e altri frutti di mare, carne, verdure, formaggio, etc., sopra una sorta di pastella molto liquida, fondamentalmente composta farina e acqua (niente uovo a differenza dell’Okonomiyaki, tipico di Hiroshima e Osaka).

Monjayaki in potenza...

Monja non ancora yaki

Dopo aver fatto cuocere un po’ la roba “sostanziosa”… Leggi il seguito di questo post »





Conversazioni giapponesi e Kangeikai (festa di benvenuto)

1 02 2009

Dopo un mese di assenza dal blog (a parte una breve sentita apparizione pro-Kakà :P), dopo un’indimenticabile vacanza natalizia (che Alitalia non è riuscita a rovinare), rieccomi qua, a scrivere di fatti in maniera random e senza un ordine cronologico, come al solito! Ho iniziato già il tirocinio in NTT Data da 3 settimane ormai, ma anzichè parlare di lavoro racconterò dell’accoglienza avuta in questi giorni!

L’accoglienza in azienda è stata ottima, sin dal primo giorno ogni giorno ho avuto modo di conoscere persone nuove e parlare con loro, e non posso negare che questi momenti siano in assoluto i più piacevoli. Quando riesci con quel poco di giapponese che sai a comunicare con loro, confrontando aspetti della cultura locale con la tua, facendo conoscere di più della tua terra e delle sue abitudini senza che la presunta “chiusura” giapponese nei confronti dello straniero impedisca loro di esclamare sinceramente “eeeeeh… oooooohhh”…… Se poi il giorno dopo ritornano e ti riprendono il discorso chiedendoti conferme o ulteriori dettagli, ti rendi conto che li hai interessati veramente e che sei riuscito a incuriosirli e portarli con la mente fuori dai tanti schemi in cui sono costretti da questo sistema. Ma il massimo è quando riesci a scherzare insieme, a parlare di argomenti frivoli e a farli ridere e divertire con delle battute, nonostante il loro senso dell’umorismo sia notoriamente opposto al nostro (o molto spesso totalmente assente)!

Per esempio, tra i tanti argomenti presi a pranzo (dove la mensa spaccia per “italiani” tanti piatti cucinati a modo loro…) … la cucina italiana e siciliana (con tanto di spiegazioni di “cannoli” e “cassata”..), il sistema scolastico nelle scuole superiori italiane (vedi differenze tra liceo, istituti tecnici ecc..), lo studio del latino e del greco, la mitologia greca e romana…. e altri che in questo momento mi sfuggono! Forse può sembrare assurdo parlare di certe cose, ma escono fuori così magari da discorsi loro, o domande che mi fanno.

Da parte loro ovviamente c’è stata finora la stessa voglia di insegnarmi qualcosa di nuovo e nuove parole giapponesi utili nella vita di tutti i giorni e… nei nomikai (drinking party)! Il giorno prima del mio kangeikai (welcome party) mi hanno insegnato infatti un’espressione da usare quando qualcuno ti ha versato da bere, convinti che avrei meravigliato chiunque visto che … “kyoshiku desu” (che non saprei tradurre ma dovrebbe essere una forma elegante e rispettosa di ringraziare in quest’occasione) è probabilmente molto formale e old-fashion! 😀

Il kangeikai (歓迎会) è stato bello, inutile dire che fuori dall’ambiente di lavoro e in situazioni come queste il loro comportamento cambi da così a così (anche se devo ammettere che nella mia compagnia non sto vedendo tutta quella proverbiale super-estrema rigidità). Mi hanno fatto sedere accanto al vicepresidente del dipartimento R&D (che chiamerò F-san) con cui ho chiacchierato e bevuto un bel po’. La chiacchierata inizia così, traduco quasi letteralmente e riassumo…

F-san: (dopo una brevissima battuta riguardante l’argomento del mio tirocinio) “…e allora, ‘sta Sicilia? …a me piace tantissimo Nuovo Cinema Paradiso… Totò, Totò! Ma esiste davvero quel cinema, quel posto?”

Giuseppe: “[…] Totò è il diminuitivo di Salvatore…”

F-san: “Aaah Salvatoore, Salvatore – Totò! Ehhh…”

Giuseppe: “…sì, come Giuseppe diventa Peppe, come tutti i miei amici solitamente mi chiam…”

F-san: “Eh! Peppe Peppe, allora da oggi ti chiamerò sempre Peppe!!”  …

(*grandioso*, no?!)
e mentre mi versa da bere (birra in quel momento)…

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Kitto katsu… all’alba vincerò!

6 12 2008

Domenica mattina, noi coraggiosi gakusei (studenti, leggi “gak’see”) sosterremo l’esame di certificazione di lingua JLPT (Japanese Language Proficiency Test). Io personalmente, come molti altri, tenterò il livello 4 che è il livello base… e infatti “tenterò” sembra una parola grossa, visto che dopo una settimana di simulazioni a scuola ci siamo resi conto che è abbastanza abbordabile, sebbene a settembre (quando abbiamo dovuto fare domanda per partecipare) siamo stati messi sin troppo in guardia sulla complessità del livello superiore, il 3. Effettivamente, se il 4 sembra più che fattibile, il 3 risulta complicato facendo riferimento al corso seguito, ma pazienza… sarà pèr il prossimo anno, visto che il JLPT 3-4 si può fare una volta sola all’anno (a Dicembre), a differenza dei livelli 1-2 per i quali c’è anche una sessione a Luglio. Per il momento sono abbastanza soddisfatto di come riesco a comunicare e sono certo che nei prossimi mesi, durante il tirocinio, riuscirò a migliorarlo visto che nella mia azienda prevalentemente non parlano inglese!

Ma tornando all’esame, alla fine delle lezioni oggi pomeriggio le maestre ci hanno offerto delle barrette di Kit Kat come augurio, come fanno gli studenti giapponesi prima di ogni esame. Infatti una possibile trascrizione della pronuncia giapponese di kit kat è “kitto katsu” (きっとかつ, o in kanji 屹度) che significa “senza dubbio vincerò”!!! Geniale, ancor più per la Nestlè che ha giocato tanto su questa cosa e se si guarda alle decine e decine di varietà di gusto in vendità solo in questo Paese non si può che confermare quest’ipotesi: sakura (fiori di ciliegio), fragola, melone, soia (non poteva certo mancare…), kiwi, mela, menta, ice tea, caffèlatte, mango, e tanti e tanti altri. Guardare qua (wikipedia) e qua (immagini su google) per credere!

http://www.mikesblender.com/indexblog88.htm)

Alcuni tipi in vendita in Giappone (source: http://www.mikesblender.com/indexblog88.htm)

In realtà se si considera l’altra possibile pronuncia, “kitto katto” il significato cambia completamente, visto che “katto” sarebbe la pronuncia dell’inglese “cut”. Per cui da “sicuramente vincerai” diventerebbe “sicuramente sarai tagliato”, cioè fallirai!

Tonkatsu

Tonkatsu

Inutile dire che ha prevalso la versione più conveniente delle due. 🙂
Ad ogni modo katsu oltre ad essere il verbo “vincere” compare anche in altre occasioni, ed ero sicuro che anche per questi esiste la stessa superstizione e tradizione! Ancora una volta l’infallibile wikipedia conferma. 😉
Nella cucina giapponese “Katsu” (カツ)  indica una cotoletta di carne fritta, generalmente di maiale, ma non sempre. Il “tonkatsu” è di maiale, il “katsu-karee” è una cotoletta fritta condita con salsa di curry (che qui chiamano “karee”), il “katsu-don” (カツ丼) è una ciotola di riso (“don” = ciotola) guarnita con del tonkatsu, il “katsu-sando” (abbreviazione di “sandoichi”, sandwich)… e così via 🙂

Katsu-karē

Katsu-sando

Katsu-karē

Katsu-karē

Spero di avervi fatto venire fame 😀
いただきます!





Kawagoe Matsuri

25 10 2008
Posizione geografica

Kawagoe

Domenica scorsa, 19 Ottobre, siamo andati a Kawagoe, città che si trova nella prefettura di Saitama, a circa mezzora di treno da Ikebukuro (Tokyo), ma 1h30 da casa mia che si trova esattamente dall’altra parte! Kawagoe è anche chiamata Koedo (piccola Edo) per la somiglianza stilistica di alcune case e templi che ricordano l’antica Edo, vecchio nome della città di Tokyo. Tuttavia non siamo andati per visitare la città (magari un giorno ci tornerò apposta), ma per assistere ad uno dei più famosi Festival della regione del Kanto, che si svolge ogni due anni ad Ottobre, da circa 350 anni.

Il Kawagoe matsuri (festival) dura di 2 giorni, ed attira tantissima gente (anche 1 milione in tutto, in 2 giorni).

E’ caratterizzato dalla parata di una serie di splendidi carri in legno (paragonabili ai nostri carri carnevaleschi) decorati con intarsi e lanterne. Su di essi alcune persone in abiti e maschere tipiche danzano e suonano a ritmi sempre più incalzanti. Le maschere rappresentano figure storiche o personaggi di racconti e leggende popolari.

Carro

Carro

DettagliDettagli

Dettagli

I carri, piuttosto grandi, vengono spinti e trascinati con corde, e il corpo principale può rotare sulla base in modo da rivolgere la parte del palco in diverse direzioni verso il pubblico, nei momenti in cui stanno fermi. Leggi il seguito di questo post »