Darie, mangiare rumeno a Tokyo

21 06 2009
Insegna del ristorante

Insegna del ristorante

Qualche tempo fa avevo, mentre leggevo su internet informazioni sui ristoranti di cucina straniera a Tokyo, ho trovato una recensione a dir poco entusiastica dell’unico ristorante di cucina Rumena che si trova in città.

La descrizione, fatta da un rumeno, ne parlava in maniera così superlativa, esaltando addirittura questo ristorante come il miglior posto al mondo in cui aveva mai mangiato dei piatti tipici della Romania così genuini e ben preparati!

Così mi sono detto: super tare! Non posso non provarlo! E alla prima occasione utile, cioè ieri, sono andato a pranzare lì. 🙂

Il ristorante si chiama Darie, e si trova a Ginza sulla strada pricipale (Chūō Dōri), poco distante dalla stazione (uscita A2, due isolati più avanti sullo stesso lato della strada). Seguendo il modo giapponese, a pranzo propongono dei menu a un certo prezzo, e a cena altri, decisamente più alti.

Nonostante si tratti di cucina estera, e così ben fatta, il pranzo può essere davvero economico (per essere in Giappone)! Ecco cosa ho mangiato io:

  • ciorba (anche se dalla consistenza penso che fosse più supa, cioè zuppa, che ciorba…)
Ciorba, con pane e burro

Ciorba, con pane e burro. Il fazzolettino sulla destra... quello è tipico giapponese ovviamente.....!

  • mititei, polpettine di carne tipiche (dette anche mici) con contorno
Mititei

Mititei

accompagnati da pane e burro:

Pane e burro

Un po' più di pane non mi sarebbe dispiaciuto però!

e per finire in dolcezza….

  • papanașu (leggi “papanashu”) e caffè!!
Papanașu: yum yum yum!!!!

Papanașu: yum yum yum!!!!

Ecco… io non sono rumeno, ma ci sono stato 3 volte e per quello che posso ricordare… questo pranzo è stato ottimo! I mititei erano davvero buoni (il contorno un po’ scarsino, ma per le quantità… siamo sempre in Giappone!), e il papanashu (non ho saputo resistere alla tentazione!) a dir poco fenomenale!  Foarte bun!!! Prima di oggi, l’avevo mangiato solo 1-2 volte, ma questo è senza dubbio il migliore in assoluto che abbia mai mangiato! Incredibile!

Il ristorante si trova al piano B1 (il primo sottoterra), è piccolino e ben arredato in stile tradizionale, con tante decorazioni ed anche le cameriere vestite in abiti tradizionali rumeni!

Tanti oggetti tipici tradizionali rumeni

Tanti oggetti tipici tradizionali rumeni

Alcune decorazioni nel locale

Alcune decorazioni nel locale

Al pranzo si può ordinare un “set” (zuppa + pane o riso + portata principale + caffè) al prezzo di 950 ¥ senza dessert, o di 1500 ¥ con papanashu, davvero un ottimo prezzo. I set proposti a pranzo variano a seconda del piatto principale: ieri, oltre a quello con i mititei che ho mangiato io, c’erano un set con tokanisha e uno con merluzzo in salsa piccante (?). Ma si può ordinare anche altro, ovviamente. E non mancano “chef no o susume ranchi”, ovvero “il pranzo consigliato dallo chef”, e il pranzo “speciale”.

Pane e burro

Il menu (pranzo) del giorno.

Il pomeriggio, dalle 13.30 alle 16.30, tea-time, mentre la sera per cena si spende mediamente a partire da 3000 ¥!

Chissà se avrò occasione e tempo per tornarci, magari porto qualche amico o collega a provare un po’ di vera cucina rumena!

Ecco qualche link:

Avrei voluto scrivere un po’ più in rumeno, ma quel poco che sapevo l’ho dimenticato, o è lì da qualche parte del mio cervello nascosto e impaurito dal tanto giapponese che è entrato negli ultimi mesi!!

A presto, paaaaa!!





Sakura e passeggiata a Chiyoda

14 04 2009

Ultimamente i fine settimana, e in particolare le domeniche, li abbiamo trascorsi in qualche parco. Un po’ per i ciliegi (sakura 桜) in fiore, un po’ perchè la primavera sta davvero diventando bella, con giornate di sole e massime sui 23°C, clima ideale per farsi delle passeggiate in completo relax e godersi Tokyo ad un’altra velocità rispetto a quella settimanale!

Lo scorso fine settimana (4-5  Aprile), coincideva con il periodo di massima fioritura dei ciliegi  e non potete immaginare quante migliaia e migliaia di persone riversate nei parchi e ovunque ci fossero questi alberi. Una massa di gente indescrivibile.

Domenica 5 siamo andati a Chiyoda, la città più centrale della prefettura di Tokyo, contenente il castello Edo (palazzo imperiale), parchi ed importanti centri  governativi,  culturali e del business. Kudanshita uno dei posti più affollati grazie alla presenza di centinaia di ciliegi presso il santuario Yasukuni (santuario della pace nazionale) e soprattutto nel parco Kitanomaru considerato uno dei più belli di Tokyo, e contenente anche alcuni musei e il mitico Budokan (dove si sono svolti anche diversi concerti live)!

Ingresso Yasukuni shrine

Ingresso Yasukuni shrine...

Ingresso Yasukuni shrine

...quanta gente!

Nella strada per il santuario, come capita spesso, era pieno di bancarelle con i tradizionali takoyaki, choco-banana, patate dolci fritte,  okonomiyaki, e tanti e tanti altri. Ho fatto un video per farvi vedere come preparano l’okonomiyaki a catena di montaggio :P:

Alcune foto a Kitanomaru:

Davanti allingresso del parco Kitanomaru

Davanti all'ingresso del parco Kitanomaru

Ingresso del parco Kitanomaru

Ingresso del parco Kitanomaru

Sakura rosa carico di fiori ma in fase terminale

Sakura rosa carico di fiori ma in fase terminale

Da Kitanomaru siamo scesi fino al castello di Edo (nome dell’antica Tokyo), pensando che lo mantenessero aperto fino a tardi in occasione del Sakura festival (di solito il castello chiude intorno alle 16). Invece era chiuso, ma non per questo la passeggiata intorno alle mura è stata meno piacevole! E’ bello quando non hai nessuno stress, nessuna fretta, e il clima così bello per poter apprezzare aspetti della città che non avevi notato prima.

Mura del Castello Edo

Mura del Castello di Edo...

...al tramonto

...al tramonto

Palazzi nel centro di Tokyo a Chiyoda. In fondo si intravede la vecchia stazione di Tokyo in fase di ristrutturazione in un progetto

Palazzi nel centro di Tokyo a Chiyoda. In fondo si intravede la vecchia stazione di Tokyo in fase di ristrutturazione in un progetto

Proseguendo costeggiando il lato dell’ingresso principale (Otemon) del castello ci si dirige verso Hibiya, e nello sfondo domina la Tokyo Tower, e dietro, Roppongi Hills.

La Tokyo Tower vista dalla zona del castello di Edo

La Tokyo Tower vista dalla zona del castello di Edo

I live in Tokyo, i live Tokyo, and I am starting to love Tokyo… I will miss it next year!

Clicca QUI per vedere tutte le FOTO.

よろしくおねがいします.

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Beach volley indoor

12 04 2009

Ieri, sabato 11 Aprile, sono stato insieme con un paio di colleghi della compagnia in cui lavoro a giocare a beach volley.
Anche se il tempo di questi giorni è davvero bello, non siamo andati in “beach”, ma al Konami Sports Club di Fuchu (poco fuori Tokyo, a 20-30 min da Shinjuku con la Keio line), che contiene un campo di beach volley indoor, al sesto piano!! Ho solo questa foto che ho scattato dopo che abbiamo finito di giorcare noi.

Figo!

Figo!

Siamo stati 2 ore, eravamo 18 e abbiamo fatto 3 squadre giocando a rotazione ad ogni set.

Dopo la partita siamo andati, manco a dirlo, a bere in un’izakaya, dove tra le altre cose mi hanno anche fatto assaggiare delle fettine sottilissime di “kujira bacon”, pancetta di balena (?)! Animalisti e WWF vi prego non odiatemi! Comunque, per rigore di cronaca, non ho riscontrato tutta questa tale bontà da giustificare la caccia di una specie a rischio di estinzione, anche se sono curioso di assaggiare una “bistecca” o qualcosa di più consistente 🙂

In serata ho raggiunto altri Vulcanus a Shinjuku, dove siamo andati a battere a basebal. C’è una sorta di salagiochi con anche il baseball, all’aperto: inserisci 300 Y, imposti la velocità (80->110 km/h), e hai una serie di 23 tiri. Ovviamente, non avendo MAI provato prima a battere, come potete immaginare l’ho presa poche volte 😛

Marco che "ganbatta", in versione Joe D'Aprile!

Marco che "ganbatta", in ver. Joe D'Aprile!

Dai che la prende, la prende! ...forse!

Dai che la prende, la prende! ...forse!

Poi, visto il programma (degli altri) di andare a Roppongi, siamo andati anche noi a stare un altro po’ insieme a loro nel solito parchetto in cui ci ritroviamo prima di ogni nottata brava. Poi però io e Marco, siamo tornati con l’ultimo treno (che ci ha fatto sospirare, visto che ha portato ritardo e per un soffio non abbiamo perso un cambio rischiando di restare nel bel mezzo del centro “inutile” di Tokyo senza più treni neanche per tornare dagli altri).

Arrivati a Gyotoku (dove abito io), però, sull’onda della serata allegra non mi andava di andare a casa a dormire e così ci siamo fatti un giro e presi una pinta di birra in un bel pubbettino.

Buona Pasqua!

…e buona Pasquetta, a voi che in Italia potete festeggiarla!





Che carbonara sarebbe senza le BOBA?

10 04 2009

Altro strafalcione in Italianese incontrato passeggiando per Iidabashi 🙂
La prima volta si sono sbagliati scrivendo BOBA, ma la seconda volta si sono corretti… era VOVA! 😉

Insegna di una spaghetteria a Iidabashi

Insegna di una spaghetteria a Iidabashi. Ricordatevi di fare "roso - lare" la pancetta.

Che sono le BOBA???

Che sono le BOBA???

Aaaaah, volevano dire VOVA! -__-

Aaaaah, volevano dire VOVA! -__-





Misteri metropolitani… metropolitane!

24 02 2009

Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, prese un grosso vasetto di marmellata vuoto e cominciò a riempirlo con dei sassi di circa 3 cm. di diametro. Una volta fatto chiese agli studenti se il contenitore fosse pieno ed essi risposero di sì.
Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di piselli, li versò dentro il vasetto e lo scosse delicatamente. Ovviamente i piselli si
infilarono nei vuoti lasciati tra i vari sassi. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno ed essi, ancora una volta, dissero di sì.
Allora il Professore tirò fuori una scatola piena di sabbia e la versò dentro il vasetto. Ovviamente La sabbia riempì ogni altro spazio vuoto lasciato e copri tutto. Ancora una volta il Professore chiese agli studenti se il vasetto fosse pieno e questa volta essi risposero di sì, senza dubbio alcuno.
Allora il professore tiro fuori, da sotto la scrivania, 2 lattine di birra e le versò completamente dentro il vasetto, inzuppando la sabbia. Gli studenti risero.
Ora, disse il Professore non appena svanirono le risate, voglio che voi capiate che questo vasetto rappresenta la vostra vita: i sassi sono le cose importanti la vostra famiglia, i vostri amici, la vostra salute, i vostri figli – le cose per le quali se tutto il resto fosse perso, la vostra vita sarebbe ancora piena. I piselli sono le altre cose per voi importanti: come il vostro lavoro, la vostra casa, la vostra auto. La sabbia è tutto il resto le piccole cose.
Se mettete dentro il vasetto per prima la sabbia, continuò il Professore non sarebbe spazio per i piselli e per i sassi. Lo stesso vale per la vostra vita. Se dedicate tutto il vostro tempo e le vostre energie alle piccole cose, non avrete spazio per le cose che per voi sono importanti.
Dedicatevi alle cose che vi rendono felici: giocate con i vostri figli, portate il vostro partner al cinema, uscite con gli amici. Ci sarà sempre tempo per lavorare, pulire la casa, lavare l’auto. Prendetevi cura dei sassi per prima – le cose che veramente contano. Fissate le vostre priorità… il resto è solo sabbia.
Una studentessa allora alzò la mano e chiese al Professore cosa rappresentasse la birra. Il Professore sorrise.
Sono contento che me l’abbia chiesto. Era giusto per dimostrarvi che non importa quanto piena possa essere La vostra vita, perché c’è sempre spazio per un paio di birre.

Poco tempo fa, un mio carissimo amico mi ha fatto notare questa storia che ha fatto il giro di internet, ma da allora non posso evitare di ripensarla e reinterpretarla quando prendo la metro nelle ore di punta. Ecco come la vedo io.

https://i0.wp.com/archinect.com/gallery/albums/userpics/normal_6031%20tokyo%20subway%20line.jpg

Qui sì che c'è spazio! "Preco, si accomotino"!

All’ora di punta un treno di Tokyo si riempì di vecchietti, salarymen e salarywomen, si chiusero le porte e partì. Alla fermata successiva, si aprirono le porte e entrarono un altro numero indefinito di gakusei e busynessmen: evidentemente il treno non era ancora pieno, ma stavolta si riempì e ripartì. Altra fermata, si riaprirono le porte e entrarono un altro numero indefinito di otaku e ragazzette: anche stavolta evidentemente il treno non era ancora pieno, e, dopo essersi nuovamente riempito, ripartì. C’era chi dormiva o fingeva di farlo, chi leggeva manga o altri libri, chi ascoltava la musica mentre giocava con il Nintendo DS o la Psp e consultava internet col cellulare, chi guardava la tivù… e  solo qualcuno, che cercava di mantenere l’equilibrio aggrappandosi alle maniglie (gli altri preferivano appoggiarsi al prossimo e lasciarsi cullare…)

Altra fermata, le porte si aprirono, i passeggeri compattati. Senza alcuna spiegazione razionale l’aggregato umano non esplose mantenendo  miracolosamente l’incastro, ed io sul bordo di un’uscita prendevo il respiro per qualche secondo pensando “stavolta è pieno, non ci entrerà più nessuno”… ma ecco arrivarono all’ultimo momento altri salarymen e salarywomen che in tutta tranquillità e senza chiedere permesso o scusa, in perfetta nonchalance, si infilarono in qualche modo davanti a me stupefatto, in un meccanismo automatico che portò i passeggeri a compattarsi ancora di più… e il treno ripartì! La storia andò avanti ancora per qualche fermata, e prima o poi qualcuno iniziò pure a scendere da ‘sto benedetto treno!

Morale della favola, a Tokyo puoi riempire un treno quanto ti pare, non sarà mai pieno abbastanza potrà entrare ancora gente!

Conclusione analitico-filosofica: il concetto di treno “pieno” non esiste, lo spazio dei passeggeri di un treno di Tokyo è uno spazio non discreto, in cui infiniti spazi infinitesimi possono accogliere un numero imprecisato di esseri umani (*).

In genere non serve la forza, non servono gli spingitori nè gli spingitori di spingitori, è un meccanismo ben oleato, e il miracolo si ripete ogni giorno!  Come quello che per ogni treno che si riempie c’è sempre un equivalente numero immenso di persone pronte ad arrivare puntualissime, al messaggio soave “まもなく、電車がまいります・・・” [mamonaku, densha ga mairimasu…], ed accumularsi per il successivo che passa 2 minuti dopo. Provare per credere.

Alla prossima!
Chi cambia canale… è un まもなく!!!

[(*) in realtà sugli “esseri umani” ogni tanto la domanda sorgerebbe spontanea…]





Ebisu

23 02 2009

Ciao a tutti!

Come al solito ogni giorno qui è un’esperienza nuova e da raccontare, ma di conseguenza il tempo per raccontarla è quasi nullo, e così le “bozze” di articoli sul blog si accumulano e cominciano un po’ anche a puzzare 🙂

Il Vulcanus qui procede bene, tra tirocinio che entra sempre più nel vivo, e i soliti viaggetti, fine settimana tra amici, risate, sogni, e organizzazione di nuovi viaggi! Nel frattempo, in questi giorni è stata completata la prima fase delle selezioni Vulcanus in Japan 2009-2010, con una piccola novità rispetto al passato: i preselezionati sono circa 160 (come l’anno scorso), ma in più ci sono circa 30 altri candidati in una lista di “riserva”, pronti a coprire eventuali buchi rimasti alla fine del matching. Decisione a sorpresa, personalmente mi lascia un po’ perplesso, ma staremo a vedere. Ovviamente rinnovo a tutti la disponibilità a rispondere ad eventuali dubbi e domande. In bocca al lupo, “ganbatte” a tutti gli shortlisted (titolari e non) e un abbraccio virtuale agli altri… coraggio, per una porta che si chiude ce ne sono altre 10 che si aprono 😉

Statua del dio Ebisu

Statua del dio Ebisu

Tornando a me, avendo già visto quasi tutti i posti “da vedere” di Tokyo, sabato abbiamo deciso di andare a fare un giro in uno di quelli meno “sponsorizzati”, ma che a detta di guide turistiche e siti web è adatto a “piacevoli passeggiate pomeridiane senza meta” 🙂

Ebisu è un quartiere a sud di Shibuya (una fermata con la Yamanote) e a due fermate (Hibiya line) da Roppongi. Ebisu è il nome di una delle sette divinità della fortuna, e in particolare il dio giapponese protettore dei pescatori. E’ un posto più tranquillo rispetto ai frenetici Shibuya e Shinjuku, con qualche tratto europeo, dato dalla presenza di ristoranti e bar all’aperto (specialmente in estate), centri commerciali e boutique di abbigliamento, e dall’edificio in mattoni rossi della Sapporo Beer station.

Proprio in corrispondenza di quest’ultima, si trova il punto di interesse più importante di Ebisu, la Yebisu Garden Place, accessibile dalla stazione attraverso la passeggiat Yebisu Skywalk, che ricorda tanto gli spostamenti da un terminal all’altro di un aereoporto, con tanto di passerelle mobili. Nella piazza, un grattacielo di 39 piani (i cui ultimi due in cima sono accessibili e consentono una bella vista panoramica), e nei dintorni le birrerie Sapporo Breweries, e annesso museo.

Yebisu Grand Place Tower

Yebisu Grand Place Tower, all'interno anche il Museo della fotografia.

Sapporo Beer Station

Sapporo Beer Station e Yebisu Grand Place

Questo museo era uno dei nostri obiettivi, e non ha deluso le nostre aspettative di gustare della buona birra a buon prezzo! Il museo di per sè (ingresso gratuito), infatti, non offre molto più che riproduzioni giganti di lattine delle varie qualità di birra Yebisu, ma al bar dove è possibile fare degli assaggi il prezzo è molto buono. Per 300Y (meno di 3 euro) si può bere una birra buonissima e spillata bene. Noi abbiamo gustato una nera in stile Guinness (ma meno densa), e la bionda Yebisu Premium.

Yebisu Grand Place Tower

Bella di papà!

Sapporo Beer Station

Vidimu chi dannu puzzu cumminari!

Poi siamo saliti sulla tower a vedere Tokyo di notte da un’altra prospettiva (dopo averla già ammirata dalla Tokyo Tower, dal Tocho, da Shibuya…), e poi passeggiata e cena tranquilla.

Ebisu ha anche diversi bei locali, sempre riferendomi alle guide, ed in alcuni di questi fanno musica dal vivo. Un motivo in più per tornare in questo quartiere di Tokyo almeno un’altra volta!

Il resto delle foto sono QUI (o in versione slideshow).

Alla prossima!





A Change of Seasons

22 12 2008

Cambio di stagione… sono giunto alla fine della prima parte di questa avventura vulcanica (di tipo esplosivo!), il corso di Giapponese finirà ufficialmente oggi con la Final Presentation e la consegna dei certificati. In serata, la cena di Natale insieme a tutto lo staff del Vulcanus, insegnanti, e rappresentanti delle compagnie. E da Gennaio si cambiano i ritmi (…o no?), inizierò il tirocinio e vivrò un’altro aspetto importantissimo di questa esperienza.

E’ arrivato l’inverno, anche se ancora qui a Tokyo il clima è molto mite, gli ultimi giorni sembrava quasi primavera. E con l’inverno arriva il Natale, anche se fatico a rendermi conto, a realizzare che sono passati 4 mesi, che oggi è uno spartiacque importante e che molti dei miei amici andranno in posti lontani del Giappone e sarà difficile incontrarsi… soprattutto non ci rivedremo più ogni giorno, come abbiamo fatto fin’ora grazie alla tanto amata-odiata scuola!

Il Natale quando arriva arriva diceva uno spot. Qui a Tokyo è ormai 1 mese e mezzo i che la città è tutta decorata con luci, a cui si aggiungono le canzoni natalizie supertormentoni che sento in continuazione fino alla nausea nei centri commerciali! “you better watch out….. Santa Claus is coming to toooown!”, l’avrò sentita in almeno 5 versioni diverse nello stesso posto, ormai non sa più da dove uscirmi, dal naso, dalla bocca….. Forse sarà anche per questa “normalità” natalizia, e per gli impegni che mi hanno lasciato poco tempo per pensare, che adesso che è arrivato, il Natale quasi fatico a percepirlo.

Shibuya con decorazioni natalizie

Shibuya con decorazioni natalizie

Fortuna che arrivano le vacanze, e che arriva… Daniela! Inutile dire che non vedo l’ora di riabbracciarla! Dopo Natale andremo a visitare Kyoto e dintorni e staremo fuori per una settimana.

Come al solito ho in mente tante cose da scrivere, ma dubito che avrò tempo e voglia a breve… voglio godermi un po’ di meritata vacanza in compagnia della persona che amo.

Così vi saluto e colgo l’occasione per fare gli auguri di Buon Natale a parenti, amici, colleghi e tutti quelli che seguono il blog! A presto!!!

Canzone del giorno: Santa Claus is coming to t ma che diiico!!! A change of Seasons (Dream Theater)!





Lion cafe

9 12 2008

La Tokyo che non ti aspetti.

Oggi pomeriggio dopo il corso di giapponese, Rob mi propone di andare a studiare per il test di domani (sì, perchè ogni tanto studiamo pure, che pensate…) a Shibuya in un posto di cui mi aveva già parlato qualche giorno fa. Non si tratta del solito Starbucks, Excelsior, Caffè Veloce o altre catene di trendy cafe, ma di qualcosa di unico, probabilmente non solo in Giappone ma nel mondo.

Nel bel mezzo della frenesia metropolitana e delle luci al neon di Shibuya, seminascosta e poco illuminata in una stradina caratterizzata da una serie di Sex shop, l’eccezione si chiama LION, in katakana ライオン, il primo kissaten per gli amanti della musica classica!

Il Lion cafe visto dallesterno.

Il Lion cafe visto dall'esterno. (sorgente esterna, clicca)

Luci soffuse, arredamento in legno scuro, atmosfera d’altri tempi, e la musica classica. Il menu delle bevande è piuttosto limitato e un po’ retrò, caffè, caffèlatte, cioccolata, milk egg, tè, tè al limone e poco altro, ma è la musica la protagonista. I clienti siedono su sedie di legno scricchiolanti in velluto rosso, ma rivestite in bianco, e tutte orientate verso due grandi altoparlanti contenute in elaborate teche di legno artigianali. Tra ogni tavolinetto, generalmente per 1-2 sedie, ci sono dei separè mdiamente alti e sembra di stare su un vecchio treno europeo.

Sotto alle casse, in uno spazio che ricorda un grande camino a legna, ci sono il giradischi ed una serie di lettori cd, dvd e amplificatori, ed intorno diversi scaffali pieni di titoli tutti da ascoltare, rigorosamente repertorio classico e mai troppo moderno!

Gli altoparlanti e il giradischi del Lion cafe.

Gli altoparlanti e il giradischi del Lion cafe. Foto fatta col cellulare.

La gente qui legge, scrive, studia, o semplicemente si gode un po’ di relax e di buona musica… ma non manca chi si lascia trasportare così tanto da appisolarsi! Un posto da sogno per gli otaku della musica classica (otaku è un termine con cui i giapponesi indicano i “fanatici”, coloro che hanno una passione maniacale specifica), ma non solo. Ovviamente regna il massimo silenzio, chiacchierare non è vietato ma praticamente sconsigliato, e gli ordini vengono presi dai camerieri bisbigliando. 🙂 Purtroppo è anche vietato fare foto, cosa che peraltro ho scoperto solo dopo aver scattato questa col cellulare su cui purtroppo non si può disabilitare il suono del “fotoclick”… almeno l’ho fatta quando nel cafe eravamo rimasti soltanto noi e forse un’altra persona sola.

Disposizione di sedie e tavolinetti.

Disposizione di sedie e tavolinetti. (sorgente esterna, clicca)

Il Lion fu costruito nel primo anno dell’Era Showa (1926), bruciato durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale, ma miracolosamente ricostruito nel 1950 ricreando fedelmente lo il design originale basato su una piccola sala da concerto Europea dell’800. Si sviluppa su due piani, comunicanti attraverso la parte centrale dell'”altare.

Vista dal piano di sopra.

Vista dal piano di sopra. (sorgente esterna, clicca)

Quando un CD finisce, il gestore annuncerà al microfono ma quasi sottovoce i titoli dei pezzi ascoltati, autori e interpreti, e inserirà un nuovo disco. Ma al di là di questo breve interludio, difficilmente si sentono altri rumori che distraggono dalla musica. L’esperienza è di quelle uniche, che ti fanno dimenticare di essere nel centro ipertecnologico e consumistico della metropoli più popolata del mondo, che ti rilassano e conciliano con lo studio e la lettura alla perfezione. Personalmente, pur avendo un bel po’ di sonno arretrato, sono riuscito a studiare più del solito e con piacere…. ok, lo ammetto, una pausa di 10-15 min di pennichella me la sono concessa anch’io, ma che goduria!

Tra le varie cose ascoltate ricordo un vinile contenente i Notturni, Improvvisi e Fantasia di Chopin suonati da Alfred Cortot, la cui copertina rossa è in mostra sopra il giradischi e sotto le casse (vedi foto), come avviene per ogni disco/CD in ascolto.

Il Lion ha un sito web, ma è tutto in giapponese, e soprattutto non presenta foto del posto con grande sorpresa, per in assenza di queste spero che la mia descrizione e un paio di immagini recuperate in altri blog rendano un po’ l’idea, anche se consiglio a chi passa da Shibuya di provarlo di persona una volta, anche per solo una breve pausa di relax!

A presto!

(sorgenti:
http://www.pliink.com/mt/marxy/archives/2006/02/the-lion-whispe.html,
http://studio360.wordpress.com/2008/11/20/tokyo-confidential/)