A lavorare, e Buon Natale!

23 12 2008

(ANSA 2008-12-22 21:44)

ALITALIA: LAVORATORI PRECETTATI TORNANO AL LAVORO
ROMA – Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Altero Matteoli, con proprio provvedimento ha ordinato ai dipendenti che partecipavano all’assemblea spontanea a Fiumicino di riprendere le prestazioni lavorative. I dipendenti della manutenzione e dei servizi aeroportuali di Alitalia hanno preso atto della precettazione, e hanno deciso il rientro al lavoro, con le trattative fra Cai e sindacati sospese ma che riprenderanno nelle prossime ore.
Nella nota il ministro aveva ricordato che l’assemblea in corso a Fiumicino, per le sue modalità di effettuazione, si configurava come uno sciopero in violazione della legge dello Statuto dei lavoratori e del contratto collettivo di lavoro.

E’ stato comunque un lunedì nero per migliaia di passeggeri Alitalia alle prese a Fiumicino con la cancellazione di voli AZ a causa delle assemblee del personale addetto all’handling e alla manutenzione degli aerei. Secondo una stima non ufficiale, dalle 9 fino alle 19, tra arrivi e partenze, nello scalo romano sono stati cancellati 74 voli Alitalia. Tra i passeggeri rimasti a terra per l’improvvisa soppressione dei voli, alcuni, diretti verso località italiane, hanno optato per mezzi di trasporto alternativi, come treni e automobili a noleggio.


(corriere.it)

ENAC: SITUAZIONE NON CONFORME A REGOLE – Il presidente dell’Enac (Ente nazionale per l’aviazione civile), Vito Riggio, ha affermato che «il modo di agire da parte dei lavoratori appare non conforme alle regole nel settore dei trasporti, soprattutto nel periodo pre-natalizio». Riggio ha invitato le parti «a chiarire al più presto le contrapposizioni per permettere lo svolgimento delle attività di volo». Le parole del presidente sono state diramate mediante una nota ufficiale dedicata proprio alle assemblee spontanee dei lavoratori Alitalia Airport e alla decisione di molti di loro di lasciare lo scalo per recarsi alla sede della compagnia per un incontro con Cai.


Attese a Fiumicino...

Attese a Fiumicino...

E speriamo bene… non ci sono molte parole per commentare questi fatti. Effettivamente non c’era periodo migliore se non Natale, per inventarsi uno sciopero senza nè capo nè coda all’improvviso, bloccando migliaia di persone dirette nei posti più lontani del mondo, mica voletti così… C’è gente che era rimasta pure sull’aereo perchè non c’era nessuno che montasse la scaletta per farli scendere… Per non parlare dei bagagli degli aerea in partenza già caricati e che ora si spera vengano scaricati e restituiti senza problemi….

Andate a lavorare, e non lamentatevi finchè un lavoro ancora ce l’avete. E menomale che a Natale erano tutti più buoni….





Alitalia, damè!

23 12 2008

😡 😡 😡 😡 😡 😡





A Change of Seasons

22 12 2008

Cambio di stagione… sono giunto alla fine della prima parte di questa avventura vulcanica (di tipo esplosivo!), il corso di Giapponese finirà ufficialmente oggi con la Final Presentation e la consegna dei certificati. In serata, la cena di Natale insieme a tutto lo staff del Vulcanus, insegnanti, e rappresentanti delle compagnie. E da Gennaio si cambiano i ritmi (…o no?), inizierò il tirocinio e vivrò un’altro aspetto importantissimo di questa esperienza.

E’ arrivato l’inverno, anche se ancora qui a Tokyo il clima è molto mite, gli ultimi giorni sembrava quasi primavera. E con l’inverno arriva il Natale, anche se fatico a rendermi conto, a realizzare che sono passati 4 mesi, che oggi è uno spartiacque importante e che molti dei miei amici andranno in posti lontani del Giappone e sarà difficile incontrarsi… soprattutto non ci rivedremo più ogni giorno, come abbiamo fatto fin’ora grazie alla tanto amata-odiata scuola!

Il Natale quando arriva arriva diceva uno spot. Qui a Tokyo è ormai 1 mese e mezzo i che la città è tutta decorata con luci, a cui si aggiungono le canzoni natalizie supertormentoni che sento in continuazione fino alla nausea nei centri commerciali! “you better watch out….. Santa Claus is coming to toooown!”, l’avrò sentita in almeno 5 versioni diverse nello stesso posto, ormai non sa più da dove uscirmi, dal naso, dalla bocca….. Forse sarà anche per questa “normalità” natalizia, e per gli impegni che mi hanno lasciato poco tempo per pensare, che adesso che è arrivato, il Natale quasi fatico a percepirlo.

Shibuya con decorazioni natalizie

Shibuya con decorazioni natalizie

Fortuna che arrivano le vacanze, e che arriva… Daniela! Inutile dire che non vedo l’ora di riabbracciarla! Dopo Natale andremo a visitare Kyoto e dintorni e staremo fuori per una settimana.

Come al solito ho in mente tante cose da scrivere, ma dubito che avrò tempo e voglia a breve… voglio godermi un po’ di meritata vacanza in compagnia della persona che amo.

Così vi saluto e colgo l’occasione per fare gli auguri di Buon Natale a parenti, amici, colleghi e tutti quelli che seguono il blog! A presto!!!

Canzone del giorno: Santa Claus is coming to t ma che diiico!!! A change of Seasons (Dream Theater)!





A sunny October sunday in Yokohama

14 12 2008

Meglio tardi che mai!
Approfitto di questo fine settimana trascorso a casa con la febbre per rispolverare fatti e foto dei mesi scorsi, che per mancanza di tempo (o lagnusìa) non ho postato sul blog. Inizio da circa 2 mesi fa, una domenica delle domeniche più piacevoli da quando sono in Giappone. Una bellissima giornata di sole fuori dagli schemi trascorsa a Yokohama, ufficialmente per andare al Robo Japan 2008, ma praticamente trasformatasi in una lunga passeggiata al mare con tante tante e tante belle foto. Era la prima volta che uscivo veramente da Tokyo ed è stato bellissimo staccare finalmente dalla realtà metropolitana che ti ingoia nascondendoti cielo, panorami e tramonti…

Il Robo Japan si è rivelato un gran flop. Ci aspettavamo chissà che di più interessante e di tecnico, specialmente i miei amici che studiano robotica e automazione, ma in realtà è sembrata quasi una fiera per bambini, con tanti robot visti più come giocattoli. La fiera non era per niente grande, e pochi stand erano veramente interessanti. Forse l’unica cosa interessante è stata la presentazione dell’ultima versione di ASIMO, l’androide della Honda: 15 minuti in cui ASIMO da solo sul palcoscenico dimostra le proprie capacità. Ovviamente sa rispondere al telefono e alle e-mail, sa riconoscere le persone e conversare con loro, camminare, danzare, salire le scale, giocare a calcio, prendere e portare cose, ma grazie agli ultimi perfezionamenti riesce anche a correre abbastanza velocemente e con grande equilibrio. Purtroppo non sono riuscito a catturare in video questo momento, che era il più atteso e come previsto ha concluso la dimostrazione.

Al contrario Yokohama ci è piaciuta un sacco. In realtà siamo solo stati nel quartiere ovest di Minato Mirai. Già prima di vedere il mare ti accorgi che è una città di mare. L’architettura moderna  (che molto deve ai lavori per i Mondiali di calcio del 2002), privilegia edifici di colore bianco e forme curve, che grazie alla giornata di sole e al cielo limpido danno un grande colpo d’occhio e ti fanno sentire a mare.

Pacifico Yokohama, sede di convegni, esibizioni e concerti.

Pacifico Yokohama, sede di convegni, esibizioni e concerti.

Ben presto ci siamo anche resi conto che Yokohama è anche una città multiculturale che risente molto di influssi europei e non. I mattoni rossi dello Yokohama Red Brick Warehouse mi ha riportato indietro di un anno, ai tempi dell’Erasmus, facendomi sentire realmente in un porto del Nord Europa, tipo Olanda o Svezia! Sono due lunghi edifici di 3 piani risalenti agli inizi del 1900, un tempo usati come dogana e magazzini, ed oggi utilizzati uno come centro commerciale e ristoranti, e l’altro per eventi culturali, musicali, mostre ecc.

Yokohama Red Brick Warehouse

Yokohama Red Brick Warehouse

Laltro edificio del Red Brick Warehouse

L'altro edificio del Red Brick Warehouse

Nei pressi della Warehouse c’era anche l’Oktoberfest giapponese, ma non ci siamo fermati e prima che tramontasse siamo andati verso il molo dove ci siamo sbizzarriti a fare foto più o meno intelligenti, suscitando la curiosità dei passanti! Una bellissima struttura in legno dove passeggiare, o rilassarsi buttandosi sul prato verde che ricopre la parte finale. Se fossi un architetto avrei tante cose da dire sul molo, ma data l’ignoranza in materia mi astengo volentieri, e lascio parlare le immagini! 😛

Un premio virtuale a chi ricorda il film a cui ci ispiriamo...!

Un premio virtuale a chi ricorda il film a cui ci ispiriamo...!

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Lion cafe

9 12 2008

La Tokyo che non ti aspetti.

Oggi pomeriggio dopo il corso di giapponese, Rob mi propone di andare a studiare per il test di domani (sì, perchè ogni tanto studiamo pure, che pensate…) a Shibuya in un posto di cui mi aveva già parlato qualche giorno fa. Non si tratta del solito Starbucks, Excelsior, Caffè Veloce o altre catene di trendy cafe, ma di qualcosa di unico, probabilmente non solo in Giappone ma nel mondo.

Nel bel mezzo della frenesia metropolitana e delle luci al neon di Shibuya, seminascosta e poco illuminata in una stradina caratterizzata da una serie di Sex shop, l’eccezione si chiama LION, in katakana ライオン, il primo kissaten per gli amanti della musica classica!

Il Lion cafe visto dallesterno.

Il Lion cafe visto dall'esterno. (sorgente esterna, clicca)

Luci soffuse, arredamento in legno scuro, atmosfera d’altri tempi, e la musica classica. Il menu delle bevande è piuttosto limitato e un po’ retrò, caffè, caffèlatte, cioccolata, milk egg, tè, tè al limone e poco altro, ma è la musica la protagonista. I clienti siedono su sedie di legno scricchiolanti in velluto rosso, ma rivestite in bianco, e tutte orientate verso due grandi altoparlanti contenute in elaborate teche di legno artigianali. Tra ogni tavolinetto, generalmente per 1-2 sedie, ci sono dei separè mdiamente alti e sembra di stare su un vecchio treno europeo.

Sotto alle casse, in uno spazio che ricorda un grande camino a legna, ci sono il giradischi ed una serie di lettori cd, dvd e amplificatori, ed intorno diversi scaffali pieni di titoli tutti da ascoltare, rigorosamente repertorio classico e mai troppo moderno!

Gli altoparlanti e il giradischi del Lion cafe.

Gli altoparlanti e il giradischi del Lion cafe. Foto fatta col cellulare.

La gente qui legge, scrive, studia, o semplicemente si gode un po’ di relax e di buona musica… ma non manca chi si lascia trasportare così tanto da appisolarsi! Un posto da sogno per gli otaku della musica classica (otaku è un termine con cui i giapponesi indicano i “fanatici”, coloro che hanno una passione maniacale specifica), ma non solo. Ovviamente regna il massimo silenzio, chiacchierare non è vietato ma praticamente sconsigliato, e gli ordini vengono presi dai camerieri bisbigliando. 🙂 Purtroppo è anche vietato fare foto, cosa che peraltro ho scoperto solo dopo aver scattato questa col cellulare su cui purtroppo non si può disabilitare il suono del “fotoclick”… almeno l’ho fatta quando nel cafe eravamo rimasti soltanto noi e forse un’altra persona sola.

Disposizione di sedie e tavolinetti.

Disposizione di sedie e tavolinetti. (sorgente esterna, clicca)

Il Lion fu costruito nel primo anno dell’Era Showa (1926), bruciato durante i bombardamenti della II Guerra Mondiale, ma miracolosamente ricostruito nel 1950 ricreando fedelmente lo il design originale basato su una piccola sala da concerto Europea dell’800. Si sviluppa su due piani, comunicanti attraverso la parte centrale dell'”altare.

Vista dal piano di sopra.

Vista dal piano di sopra. (sorgente esterna, clicca)

Quando un CD finisce, il gestore annuncerà al microfono ma quasi sottovoce i titoli dei pezzi ascoltati, autori e interpreti, e inserirà un nuovo disco. Ma al di là di questo breve interludio, difficilmente si sentono altri rumori che distraggono dalla musica. L’esperienza è di quelle uniche, che ti fanno dimenticare di essere nel centro ipertecnologico e consumistico della metropoli più popolata del mondo, che ti rilassano e conciliano con lo studio e la lettura alla perfezione. Personalmente, pur avendo un bel po’ di sonno arretrato, sono riuscito a studiare più del solito e con piacere…. ok, lo ammetto, una pausa di 10-15 min di pennichella me la sono concessa anch’io, ma che goduria!

Tra le varie cose ascoltate ricordo un vinile contenente i Notturni, Improvvisi e Fantasia di Chopin suonati da Alfred Cortot, la cui copertina rossa è in mostra sopra il giradischi e sotto le casse (vedi foto), come avviene per ogni disco/CD in ascolto.

Il Lion ha un sito web, ma è tutto in giapponese, e soprattutto non presenta foto del posto con grande sorpresa, per in assenza di queste spero che la mia descrizione e un paio di immagini recuperate in altri blog rendano un po’ l’idea, anche se consiglio a chi passa da Shibuya di provarlo di persona una volta, anche per solo una breve pausa di relax!

A presto!

(sorgenti:
http://www.pliink.com/mt/marxy/archives/2006/02/the-lion-whispe.html,
http://studio360.wordpress.com/2008/11/20/tokyo-confidential/)





Kitto katsu… all’alba vincerò!

6 12 2008

Domenica mattina, noi coraggiosi gakusei (studenti, leggi “gak’see”) sosterremo l’esame di certificazione di lingua JLPT (Japanese Language Proficiency Test). Io personalmente, come molti altri, tenterò il livello 4 che è il livello base… e infatti “tenterò” sembra una parola grossa, visto che dopo una settimana di simulazioni a scuola ci siamo resi conto che è abbastanza abbordabile, sebbene a settembre (quando abbiamo dovuto fare domanda per partecipare) siamo stati messi sin troppo in guardia sulla complessità del livello superiore, il 3. Effettivamente, se il 4 sembra più che fattibile, il 3 risulta complicato facendo riferimento al corso seguito, ma pazienza… sarà pèr il prossimo anno, visto che il JLPT 3-4 si può fare una volta sola all’anno (a Dicembre), a differenza dei livelli 1-2 per i quali c’è anche una sessione a Luglio. Per il momento sono abbastanza soddisfatto di come riesco a comunicare e sono certo che nei prossimi mesi, durante il tirocinio, riuscirò a migliorarlo visto che nella mia azienda prevalentemente non parlano inglese!

Ma tornando all’esame, alla fine delle lezioni oggi pomeriggio le maestre ci hanno offerto delle barrette di Kit Kat come augurio, come fanno gli studenti giapponesi prima di ogni esame. Infatti una possibile trascrizione della pronuncia giapponese di kit kat è “kitto katsu” (きっとかつ, o in kanji 屹度) che significa “senza dubbio vincerò”!!! Geniale, ancor più per la Nestlè che ha giocato tanto su questa cosa e se si guarda alle decine e decine di varietà di gusto in vendità solo in questo Paese non si può che confermare quest’ipotesi: sakura (fiori di ciliegio), fragola, melone, soia (non poteva certo mancare…), kiwi, mela, menta, ice tea, caffèlatte, mango, e tanti e tanti altri. Guardare qua (wikipedia) e qua (immagini su google) per credere!

http://www.mikesblender.com/indexblog88.htm)

Alcuni tipi in vendita in Giappone (source: http://www.mikesblender.com/indexblog88.htm)

In realtà se si considera l’altra possibile pronuncia, “kitto katto” il significato cambia completamente, visto che “katto” sarebbe la pronuncia dell’inglese “cut”. Per cui da “sicuramente vincerai” diventerebbe “sicuramente sarai tagliato”, cioè fallirai!

Tonkatsu

Tonkatsu

Inutile dire che ha prevalso la versione più conveniente delle due. 🙂
Ad ogni modo katsu oltre ad essere il verbo “vincere” compare anche in altre occasioni, ed ero sicuro che anche per questi esiste la stessa superstizione e tradizione! Ancora una volta l’infallibile wikipedia conferma. 😉
Nella cucina giapponese “Katsu” (カツ)  indica una cotoletta di carne fritta, generalmente di maiale, ma non sempre. Il “tonkatsu” è di maiale, il “katsu-karee” è una cotoletta fritta condita con salsa di curry (che qui chiamano “karee”), il “katsu-don” (カツ丼) è una ciotola di riso (“don” = ciotola) guarnita con del tonkatsu, il “katsu-sando” (abbreviazione di “sandoichi”, sandwich)… e così via 🙂

Katsu-karē

Katsu-sando

Katsu-karē

Katsu-karē

Spero di avervi fatto venire fame 😀
いただきます!





Pulitrice di occhiali a ultrasuoni

1 12 2008
Pulitore a ultrasuoni

Pulitore a ultrasuoni

Ieri, attraversando il sottopassaggio della stazione di Shinjuku (la stazione più trafficata del Giapone, nonchè la seconda più grande del mondo), ho avuto la fortuna di trovare questo fantastico arnese. Qui a Tokyo puoi trovare di tutto, ma spesso capita che se cerchi qualcosa intensamente non la trovi mai, o che senza che te l’aspetti trovi la soluzione ai tuoi problemi!

Si tratta di una postazione [gratuita] per pulire le lenti degli occhiali in poco tempo ed accuratamente. La coincidenza ha voluto che ieri (per motivi che non sto qui a spiegare) i miei occhiali si erano sporcati di colla e lavarli normalmente con acqua e sapone, come previsto, non aveva sortito buoni effetti… Non poteva esserci situazione migliore per testare questo aggeggio!

Premendo un bottone su una delle due vaschette celesti si attiva un generatore di onde ultrasoniche che fa vibrare l’acqua (in realtà una soluzione adatta a trasmettere queste onde) creando delle bollicine in grado di rimuovere perfettamente lo sporco senza aggredire la superficie. Quando l'”idromassaggio” termina, basta sciacquare gli occhiali nella seconda vaschetta di acqua fresca (probabilmente per favorire l’asciugamento) ed asciugare con dei fazzolettini di carta. Spiegazione molto grezza, ma spero renda l’idea.

Non ho mai avuto così puliti, non un granello di polvere, non un segno di impronta o striscio, niente!

Sembra che aggeggi di questo tipo siano usati anche per pulire altri tipi di oggetti metallici, e gioielli. E pare che in giro se ne trovino anche a 50$, indicati per i gioielli.

Postazione a Shinjuku

Postazione a Shinjuku