Australia

Diario del mio viaggio in Australia dal 28 Aprile al 10 Maggio 2009, in compagnia di Alberto, Alejandro, Daniel, David, Lara, Stefano, Tiina e Tommaso.

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Martedì 28 Aprile
La partenza da Narita
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Avendo programmato la partenza con un volo notturno (21.35), martedì 28 siamo andati quasi tutti a lavoro regolarmente e poi nel tardo pomeriggio ci siamo riuniti tutti all’aereoporto di Narita. Finalmente si parte!
In quei giorni sui giornali e in giro non si parlava altro che dell’influenza suina (豚インフルエンザ, “buta infuruenza” per i giapponesi), scoppiata da poco piu di una settimana in Messico e che sembrava doversi espandere velocemente nel mondo e causare la fine del mondo… Noi, “per non sapere nè leggere nè scrivere”, ci siamo muniti di apposite mascherine di cui i Giapponesi vanno pazzi ma che io personalmente non avevo mai usato, per essere pronti a eventuali emergenze nei giorni successivi… del resto che figura da fessi se fosse stato necessario portarle, e noi che venivamo proprio dal Giappone eravamo senza!
Tra ironici scongiuri e battute, finalmente partiamo con il fantastico “arrivederci” dell’aereoporto di Narita veramente, ma veramente così ben augurante da mettere i brividi. Così il saluto in Giapponese “お気をつけていってらっしゃいませ”, che in realtà significherebbe “Take care and have a nice journey” (Abbiate cura di voi e fate buon viaggio), è stato tradotto con “Speriamo di rivedervi”! brrrrrr….

Traduzione alquanto discutibile

Una toccatina è stato il minimo...


Mercoledì 29 Aprile
Arrivo e primo giorno a Cairns

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Mappa Volo Tokyo->Cairns

Volo Tokyo->Cairns

Sul volo JetStar (una sorta di compagnia low-cost per viaggi in Oceania-Sud Est Asiatico) non riceviamo nè pasti, nè bevande, nè copertina per riscaldarsi (era tutto a pagamento, previa ordinazione via internet…), ma questo non mi impedisce di dormire quasi tutto il tempo fino all’arrivo intorno alle 6.30 del mattino.

All’arrivo ecco le prime impressioni Australiane. I poliziotti, gli addetti al controllo bagagli alla dogana sono in polo, bermuda e cappello da cowboy! Alla caffetteria preparano dei panini enormi e dall’aspetto supergustoso e invitante!! Uscendo dall’aereoporto l’aria mattutina è incredibilmente calda (sui 23°C), il cielo azzurro, palme davanti a noi e colline verdi non molto distanti… e si respira già il profumo del mare!!! Yoo-hooo! Siamo ai tropici ragazzi!!

Anche se questa foto è scattata al porto e non allaereoporto, rende lidea.

Anche se questa foto è scattata al porto e non all'aereoporto, un po' rende l'idea, no?

Per non parlare dell’incredibile cordialità e socievolezza degli Australiani che sin dal primo momento hanno cominciato spontaneamente a parlarci, fermandoci per strada o al supermercato, e chiedendoci “hi mate… come va? tutto ok? …ah, beautifulno worries” e scambiando chiacchiere come fossimo amici di lunga data! E’ proprio un altro mondo 🙂

Il programma del giorno era quello di prenderci una giornata in tutto relax in spiaggia, con barbecue, senza stress da ercursioni, orari ecc. Non sapevamo però che in riva al mare avremmo trovato proprio una laguna artificiale con intorno un prato verde punteggiato da panchine, tavoli e, udite udite … gazebi con barbecue per tutti!

Travellers Oasis

Travellers Oasis

Così, dopo aver fatto il check-in all’ostello Travellers Oasis (davvero da consigliare!), siamo andati al centro commerciale per a rifornirci di carne e birra al supermercato. Il centro commerciale tutto pullula di decine di fast food di ogni genere e tradizione… hamburgers grossi e grassi, insalatone enormi… forni, gelaterie, ciambellerie… ovunque le dimensioni e i prezzi ci colpiscono subito (con 5-6 euro si stramangia), ma li sperimenteremo più tardi! Notiamo anche molta cucina asiatica, e qualche negozio di sushi e cucina giapponese che però ovviamente snobbiamo! 😛
Primo impatto con un food court, realtà molto radicata nelle abitudini alimentari sregolate australiane, che ci accompagnerà per tutto il viaggio in ogni città. Yum yum! (A proposito leggi: http://www.yepayepa.net/australia/20071012/mangiamo-al-food-court/)

Salsicce!!!

Salsicce!!! Alberto è stregato...

Il supermercato è enorme, e negli scaffali tutto sembra sovradimensionato! Le lattine non sono da 33 cl ma da 40 cl! Le bottigliette non da 500 ml ma da 660 ml! Un reparto frigo lunghissimo pieno di formaggi di ogni tipo ci lascia estasiati e con la lacrimuccia… ma è tutto vero!? (non dimenticate che venivamo dal Giappone) Per non parlare dei reparti con la carne… finalmente salsicce, bisteccone e carne di ogni tipo, e a prezzi pure bassi!

Il primo approccio con lo shopping ci sorprende su quanto sia economica l’Australia: sarà il cambio EUR-AUD conveniente… sarà che qui tutto, specialmente gli alimentari, è orgogliosamente ed esplicitamente “made in Australia”… fatto sta che i prezzi sono circa la metà di quanto non lo siano da noi in Euro! Ci sembra di tornare a 8 anni fa, qui i prezzi sono… in Lire!!! (per la cronaca, in quei giorni il cambio era di 1 $AU = 0,55 € … = 1.000 Lire!!!)

Il mare è vicinissimo, a 15-20 min a piedi dall’ostello. In mezzo c’è il centro commerciale, e la strada principale piena di negozi, e un’infinità di pub e ristoranti molto economici, dove si svolge la vita notturna. Camminando verso il mare, incontriamo gente di ogni tipo. Questi Australiani sembrano davvero “fuori”, senza distinzione di genere o età… proprio come nei film! Sembra estate (nonostante qui sarebbe Autunno, ma vabè siamo ai Tropici…), sembrano tutti in vacanza… ma non lavora nessuno qui!? 😀

La spiaggia del centro Cairns è inutilizzabile, infatti a causa delle maree è fangosa.

Spiaggia o fango?

Spiaggia o fango?

Barbeque a Cairns

Buon appetito!

Fortunatamente però sulla baia hanno realizzato una struttura incredibile chiamata “Lagoon” (laguna), nient’altro che una grande piscina irregolare, non profonda, circondata da prato verde che copre tutto il lungo mare con punti pic-nic, gazebi con barbecue autoalimentati a tempo (basta premere un pulsante per accenderli per 15-20 minuti), fontane, palme… semplicemente fantastico 😀

La lagoon a Cairns, di giorno

Cairns: lagoon di giorno...

La lagoon a Cairns, di notte

...e lagoon di notte

Sul lungomare di Cairns...

Sul lungomare di Cairns...

Sul lungomare di Cairns... meditando in stile Zazen

...si medita anche ^_^

Al rientro nel tardo pomeriggio, bagno nella piscinetta dell’ostello :P, e poi cena e serata al Woolshed, uno dei grossi pub di Cairns dove puoi mangiare e divertirti davvero con poco: in quanto ospiti dell’ostello, con 10 dollari AU (5,50€) prendiamo un piatto (fish & chips, o hamburger, o carne, ecc… + insalata o verdure) + una birra grande + un dessert!! Il locale è enorme e molto rumoroso, sia per la musica che per gli schiamazzi della gente… altro che izakaya! In più le serate sono quasi sempre animate: dalla gara con scommesse dei pesciolini, al wet T-shirt contest… 😛


Giovedì 30 Aprile
Immersione nella Grande Barriera Corallina
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Siamo pronti?

Siamo pronti?

Dopo il primo giorno di relax, iniziano le sveglie presto… Tutti giù dal letto alle 6.30, alle 7.10 passano a prenderci per andare al molo Marlin Jetty sulla barca di Reef Experience che ci porterà… sulla Grande Barriera Corallina!

La barca (aliscafo?) parte alle 8 ma noi arriviamo alle 7.30, quando ci numerano, ci forniscono di pinne e maschera, compiliamo dei moduli e facciamo pure colazione, inclusa insieme a pranzo, snacks e alle attività di immersione nel prezzo totale.

Un super mega burger grasso e grosso con pancetta e uovo, più frutta e un caffè (schifoso): altro che colazione dei campionicolazione degli ingordi! Inoltre ci somministrano anche un paio di pastiglie di ginger, che “riduce i sintomi del mal di mare… ma non li elimina”. Infatti… buona la colazione, ma praticamente mi rovinerà il resto del viaggio…

Dopo la partenza, ci radunano per illustrarci il programma del giorno, per mostrarci le bellezze naturali (coralli, pesci, tartarughe…) che avremmo potuto incontrare, e ai primi salti della barca sull’acqua decido di starmene buono e seduto ad ascoltarli.

Si va sulla barriera!

Si va sulla barriera!

Sembro rilassato e sorridente...

Sembro rilassato e sorridente...

Inaspettatamente (in genere non ho mai sofferto così tanto in viaggio) la situazione comincia a peggiorare… avrò resistito quasi un’ora, poi mi alzo (“Giusè, stai bene? Sembri un po’ bianco…”) e vado fuori all’aria aperta dove mi fanno sedere a terra. Non so se sono stato il primo, uno dei primi sicuramente… ma in breve tempo cominciano ad uscire tutti gli altri barcollanti, e i ragazzi dello staff (che lavoraccio!) iniziano a distribuire senza sosta acqua e buste di carta (apri – avvicina alla bocca – riempi – richiudi bene – getta lontano in mare… la colazione dei pesci tropicali!)! Non so quante ne ho usate, ho perso il conto… ho buttato fuori tutto quello che avevo mangiato prima e anche di più! Maledetta colazione… i postumi me li porterò appresso per tutto il giorno in mare, e non toccherò più cibo fino a quando avrò rimesso piede a terra!

Dopo meno di 2 ore, ci fermiamo nel punto scelto dal capitano per fare l’immersione. Ovviamente fermare la barca non equivale a fermare l’annacamento (che continua) e il mio senso di mal di mare (e non solo mio). Nonostante ciò, già prima dell’arrivo mi ero un po’ ripreso ed ero riuscito a rientrare e seguire le istruzioni per l’immersione.

Se ti si otturano le orecchie, equalize! come dicevano gli australiani!

Se ti si otturano le orecchie, "equalize!"

A gruppi di 4 (nel mio ero con Tommaso, Alejandro e… Tiina invece ha rinunciato), insieme alla guida, scendiamo con maschera e bombola a profondità tra 6 e 10 metri, per 20 minuti.
All’inizio prevalgono le classiche preoccupazioni del principiante:

  • la maschera (non fare entrare acqua o soffiarla fuori),
  • i problemi alle orecchie dovuti alla pressione…
  • il contatto visivo con gli altri e la guida (con cui comunicavamo attraverso gesti e suoni prestabiliti),
  • il respiro (all’inizio sembra di non ispirare abbastanza e si tende ad affannarsi forzando e accelerando i respiri, facendo fatica… e rischiando di consumare la riserva d’aria subito!),
  • la diversa percezione della forza di gravità (che strana sensazione stare in verticale a testa in giù!)…
Contatto diretto

Contatto diretto

I primi 10 minuti, infatti, non me li godo appieno, ma dopo comincio a sentirmi più a mio agio con maschera, respiro e movimenti, e prendo di mira la guida che seguo costantemente e mi indica e descrive i coralli, pesci e molluschi che incontriamo! Purtroppo però ho appena cominciato a godermi lo spettacolo, ma finiscono i 20 minuti e senza quasi accorgermene torniamo in superficie. ….E in barca! Argh!!

Mentre i vari gruppi, a turno, facevano l’immersione, altri autonomamente andavano in acqua a fare snorkeling, altri ancora a turno andavano col capitano su una barchetta dal fondo di vetro. Io ancora in balia del maldimare, non me la sento di fare snorkeling (anche se in realtà era solo in acqua che stavo meglio) e vado sulla barchetta. Alla fine delle immersioni, pausa pranzo (che ovviamente ho saltato a pie’ pari), anche questo molto abbondante e “leggero”. Nel frattempo aspetto con qualche altro al piano di sopra della barca, ai cui lati ci sono dei divani su cui mi distendo… trovando fortunatamente una posizione che annulla il mal di mare: anzichè sedermi e appoggiarmi allo schienale, mi corico a pancia in su ma con le gambe in su sullo schienale!

La giornata è bella, calda, intorno ai 28° penso, ma si sta bene. Il sole tropicale “picchia” e fortunatamente in barca ci mettono a disposizione crema protettiva che possiamo prendere liberamente, e ci risparmia scottature (ed anche un po’ di abbronzatura)!

Pinne, tutina ed occhiali

Pinne, tutina ed occhiali

Nel pomeriggio ci spostiamo in un altro punto della barriera che, ci promettono, sarà molto più bello e spettacolare di quello appena visitato. Ed è vero! Qui, qualcuno fa un’ulteriore immersione (pagando in più), e gli altri tutti a fare snorkeling o a prendere il sole.

Fortunatamente mi incoraggio perchè non voglio perdere quest’occasione (anche perchè… visto come sto, ne passerà di tempo prima di rifare un viaggio simile!), e convinco Alberto (mio compagno di malessere) a scendere anche noi con maschera e tubo 🙂 Indosso pure una tuta per evitare scottature, visto l’orario e il sole tropicale 😛

La mezzora (o più?) che segue è forse la parte più bella di tutto il viaggio in Australia. Ho nuotato su uno spettacolo mozzafiato di coralli secolari che raggiungevano quasi la superficie dell’acqua, con pesci piccolissimi e grandi dai colori svariati vivacissimi (ne ho seguito uno grande azzurrissimo per 5 minuti), squaletti (qualche fortunato è riuscito a intravederne uno), tartarugone

Certe cose sei abituato a vederle nei documentari, ma così dal vivo e da vicino danno un’emozione unica, pazzesca. Non si riesce a credere a quanto è meravigliosa la natura. …Non sarei mai voluto uscire dall’acqua… 😦

A tu per tu con coralli e pesci variopinti

A tu per tu con la natura... spettacolare

Per le foto subacquee, grazie a Stefano che ha comprato una macchina subacquea usa e getta da 2 soldi ed è riuscito ad immortalare alcuni momenti che riescono solo a dare una piccola idea di quanto abbiamo visto e vissuto laggiù!

Links:

Al rientro a Cairns, mangio subito un gelato per riprendermi dal digiuno e dalle fatiche, e in serata giro dei pub in centro. Nel primo di questi ogni giorno fino a un certo orario si mangia gratis: in realtà è solo 1 hamburger, ma note le dimensioni australiane non ci si può lamentare 🙂 Ovviamente ne approfittiamo per estendere la cena con una bisteccona di quelle che in Giappone sognavamo da tempo! Sembra proprio che in 10 giorni recupereremo il nostro fabbisogno annuale di carne, specialmente bovina. Evviva le Steak house!


Venerdì 1 Maggio
Daintree Forest e Cape Tribulation tour
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Altro giro altra corsa. Anche oggi sveglia presto e partenza alle 7.30: la nostra guida Bill passa a prenderci col suo minibus e, dopo aver recuperato altri 8 turisti si parte per il Cape Tribulation Tour!

Da Cairns ci dirigiamo lungo la mitica Captain Cook Highway, una spettacolare strada panoramica lungo la costa tropicale: da un lato foresta pluviale, dall’altro il mar dei coralli.

In the minibus

Il percorso

Cape Tribulation è un promontorio a 110 a nord di Cairns.

Secondo la storia (leggi in italiano), il capitano James Cook la nominò così per via delle tribolazioni iniziate proprio in corrispondenza di questa zona, dove la sua Endeavour subì gravi danni dallo scontro con la barriera corallina e richiese un lavoro da pazzi da parte della truppa per evitare di affondare, e successivamente 7 settimane per completare la riparazione. Le pene sofferte lo indussero anche a chiamare la montagna di dietro “Mount Sorrow”, e la baia “Weary bay” (baia dello sfinimento).

James Cook avrà poi facilmente la meglio sugli aborigeni e pianterà per la prima volta la bandiera britannica dando inizio alla conquista di quella che allora si chiamava New Holland.

Prima fermata del tour: Port Douglas, circa 10 minuti da un punto panoramico per ammirare la vista intorno a Four Mile Beach. Wow… ma che v’o dico a fà!

A tu per tu con coralli e pesci variopinti

Vista di Port Douglas, con la Four Mile Beach

Quindi si va alla Mossman Gorge, una gola attraversata da un torrente che forma piscine naturali e rapide. Qualcuno fa anche un tuffo nell’acqua cristallina e si diverte a farsi trascinare dalla corrente, ma noi non abbiamo tempo e proseguiamo per una passeggiata guidata all’interno della foresta pluviale, attraverso un sentiero che parte dalla gola stessa.

Mossman Gorge

Mossman Gorge

Mossman Gorge

...altra foto della gola

A metà mattinata, breve pausa tè e poi crociera sul fiume Daintree, tra mangrovie, coccodrilli, rane, serpenti e altri abitanti della foresta tropicale che la guida-skipper riusciva a individuare nonostante nascosti o mimetizzati… sapendo già dove li avrebbe trovati, in alcuni casi!

Navigando sul fiume Daintree

Navigando sul fiume Daintree

Un  coccodrillo

Il coccodrillo come fa...!

Che vegetazione lungo le rive del Daintree!

Che vegetazione!

Una delle mie foto preferite: rana verde sulle mangrovie!

Questa è in assoluto una delle mie foto preferite!

Da qui ci spostiamo per andare all’Alexandra Range Lookout, un vista spettacolar sulla foresta pluviale, con l’estuario del fiume Daintree, un’isola e la barriera corallina.

Alexandra Lookout (foto panoramica by Daniel)Alexandra Lookout

Alexandra Lookout (foto panoramica in alto by Daniel)

Qui il nostro crocodile dundee Bill ci presenta da molto vicino un’altra specie di insetto della zona, la formica verde… Io sono uno che queste cose non le fa, però questa volta posso dire di aver leccato il culo… di una formica!!!

Green ants all'attacco!

Green ants all’attacco!

Basta prendere la formica per il torace ed avvicinare la parte posteriore, grossa e verde, al palato: il gusto è acido come un forte succo di lime, ma per niente sgradevole! (Avrà qualcosa a che fare con l’acido formico che riescono a produrre ed emettere quando mordono…?)

Spiegazione, prova e reazioni

Daintree Entomological Museum

Daintree Entomological Museum

Prima di pranzo andiamo a visitare il , dove possiamo osservare centinaia di specie di insetti che vivono in questa foresta.

Alcuni anche dal vivo, come gli insetti stecco e gli insetti foglia (un tipo in particolare originario dell’Australia, vedi foto a destra).

Insetti stecco

Insetti stecco... che fanno?

Insetto stecco-foglia

Insetto stecco-foglia

Farfalla Ulysses

Farfalla Ulysses, che bella!

Nel frattempo la nostra mitica guida Bill ci ha preparato il pranzo, carne e pesce al barbecue e insalata tropicale, poco distante dall’edificio del museo, in corrispondenza di una insenatura di un torrente racchiusa nella foresta. Io ho scelto pesce, buonissimo dalla carne bianca e tenera; credo che fosse della specie Barramundi, molto diffusa nelle tavole australiane, visto che lo incontravamo spesso nei pub e ristoranti.

Qualcuno fa pure il bagno, io invece mi accontento di bagnarmi solo i piedi e divertirmi a lanciare sassi sull’acqua. Per la cronaca, il solito Bill (che sembra nato e cresciuto nella foresta) andava a riempire direttamente dal torrente i bidoncini d’acqua per il pranzo, quando finiva… non che fosse limpidissima ma… vabe’ 😛

Palme

Wow!

Nel torrente

Nel torrente

Dopo pranzo si va più a nord fino a Cape Tribulation, dove troviamo una spiaggia corallina chiarissima immersa in un golfo dallo scenario tropicale indescrivibile! Il livello del mare si estende dalla riva per un lungo tratto all’altezza delle gambe, e l’acqua è un brodo: mai provata un acqua così calda a mare!!

Cape Tribulation beach

Cape Tribulation beach

Attenzione cubomeduse!

Attenzione cubomeduse!

Abbiamo il tempo di una passeggiata sulla spiaggia, ma non di un bagno, tra l’altro sconsigliatissimo per l’elevato rischio di incontrare meduse, o marine stingers, come le definisce il segnale di pericolo che a me fa ridere, pensando che sia un nome alternativamente australiano per dire “meduse” e per la vignetta tragicomica.

Invece, a quanto pare questi docili esseri gelatinosi non sono le classiche medusine fastidiose che troviamo solitamente sulle nostre spiagge, bensì una specie ben più grande (come nell’immagine) e pericolosa chiamata cubozoa (volgarmente detta cubomedusa), dalla campana cuboidale e dai tentacoli lunghi fino a 80 cm, che rilascia tossine in grado di uccidere un uomo bloccandone l’apparato cardio-circolatorio in meno di 3 minuti!

Sembra che in Australia, dove vengono spesso avvistate in queste zone del Queensland, causino molte più morti di quante non ne provochino squali, serpenti e coccodrilli… (rif.: http://thisplanetiswonderful.blogspot.com/2009/05/cubo-medusa-o-jellyfish.html)

Poi immersione nella foresta pluviale tropicale, attraversando un sottobosco dove sia il sole che l’acqua, nonostante le ingenti piogge tropicali, solo in piccolissima parte arrivano: la maggior parte dell’acqua rimane si deposita sulle foglie ad una certa altezza da cui evapora, o gocciola lungo i fusti degli alberi. Così al suolo la vegetazione non è fitta. E’ davvero un ambiente selvaggio, una giungla di liane ed alberi giovani ovunque in basso, alberi secolari in alto fino a 80 metri. Bill ci spiega come le palme che vediamo siano millenarie, in quanto crescono di 1 metro ogni 100 anni, e ci mostra un tratto della foresta distrutto da una potente tempesta pochi anni fa: lì effettivamente il sole arriva e si può osservare la differenza col resto della foresta… chissà quanto tempo ci vorrà perchè si ricrei.

La speranza, durante la passeggiata, è quella di incontrare uno degli animali più tipici e speciali di questa zona del mondo: il Cassowary (Casuarius Casuarius), una specie di grosso struzzo dal folto piumaggio nero, una cresta marrone, la faccia blu fosforescente e il collo rosso, che può raggiungere anche l’altezza di 170cm e peso di 60kg. Se provocato diventa pericoloso con la sua velocità (capace di arrivare a 50 km-h) e con i suoi artigli forti e affilati!
Sfortunatamente (o fortunatamente? :D) non l’abbiamo visto, e ci dovremo accontentare di vederlo dietro un vetro allo zoo dopo qualche giorno.

Prima di rientrare a Cairns, per l’ultima serata (di nuovo al Woolshed!), c’è il tempo per un tè pomeridiano durante il quale scoppia uno degli improbabili temi di discussione del giorno (gli altri, sviluppati tra bus e passeggiate ve li risparmio :P), stavolta riguardante mafie, governi corrotti, leggi ad personam, costituzioni europee, storia politica… Una volta tanto spagnoli e italiani non litighiamo 😛

Alla fine, un’altra stupenda giornata di questo breve soggiorno a Cairns! Una tappa assolutamente da non perdere per chi vuole visitare l’Australia!!!


Sabato 2 Maggio
Sydney, 1° giorno: all’acquario
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Sydney

Sydney

La mattina di sabato lasciamo a malincuore Cairns e il paradiso tropicale… 3 giorni senza pioggia, temperature spettacolari, dai max 28°C di giorno ai 22-23°C di notte… e tutto il resto lo sapete già!

Nonostante ciò, l’idea di cambiare clima e ambiente così spesso in pochi giorni ci ricorda che questo viaggio sarà “legen… wait for it …dary” (quante volte l’ho sentita questa in 10 giorni!).

Che tristezza... nessuno vuole lasciare Cairns

Ammazza che felicità!

Vicino la stazione centrale di Sydney

Vicino la stazione centrale di Sydney

Sin dal primo istante, Sydney mi entra nel cuore. L’aeroporto è davvero vicino alla città (non in un’altra provincia come quelli di tokyo :P), e durante l’atterraggio la costeggiamo e possiamo ammirarla tutta nella sua bellezza.
Forse per la prima volta dopo 9 mesi di Giappone respiro nuovamente un’aria diversa, qualcosa mi ricorda l’Europa. Ad esempio, la stazione e il treno espresso (a 2 piani) che dall’aereoporto in città mi ricordano all’atmosfera della metropolitana di Londra, ben diversa da quella di Tokyo. All’uscita dalla stazione centrale ci ritroviamo, in un clima quasi autunnale con pioggerellina, davanti a edifici in stile europeo di fine ‘800 o inizi ‘900, specialmente del nord-europa industrializzato (inghilterra, olanda, svezia…).

Arriviamo in città intorno alle 17 e decidiamo di fare velocemente il check-in all’ostello e sfruttare la serata per andare all’acquario. Per quanto veloce, succedono un po’ di cose prima di uscire. Innanzitutto la solita pazza socievolezza degli australiani si rimaterializza nel ragazzo della reception che fa veramente uno show con i nostri nomi, e specialmente con il mio che già aveva iniziato a riscuotere successo e svariate pronunce durante i giorni a Cairns. Legge il mio passaporto e mi chiama…

R: “ghiuues-ppì“… io reagisco strano e mi chiede “how do you spell your name?”
Io: “giu-se-ppe”
R: “Aaaaaahhh, Giusepii!!” 🙂
Io: “hmm, you can simply call me Peppe”
R: “Pepiii!” 😀
😐 ………..doh’! o__O

Prima di uscire dall’ostello abbiamo anche il tempo di perderci di vista per la prima volta (dopo essere usciti ricapiterà una seconda volta), ma questa è una storia troppo lunga… meglio non dire!
L’acquario di Sydney si trova a Darling Harbour ed è veramente spettacolare con migliaia di specie marine bellissime. Una grande vasca e’ dedicata a numerose specie di squalo.

Squali buoni

Squali buoni

Nemo found!

Nemo trovato!

Uno scorcio di una vasca

Uno scorcio di una vasca

tutte le foto del Sydney Aquarium

Che meraviglia

Abbiamo fatto un biglietto speciale scontato per visitare Acquario, Wild Life e Sydney Tower, con ulteriore sconto studenti.

All’uscita piove a dirotto, ma dopo aver fatto pochi metri raggiungiamo lo shopping centre Harbourside pieno di ristoranti e locali, per andare a cenare. Alberto che è già stato a Sydney ci porta in un pub che conosceva per mangiare la carne di canguro, loin (lonza, lombata) per la precisione. La carne è rossa, cotta al sangue, dolce e tenerissima, e nel piatto è accompagnata da verdure fresche: buonissima!

Kangaroo loin

Kangaroo loin

Prima di rientrare all’ostello facciamo un salto a vedere l’Opera House, in cui per la prima volta nel viaggio mi accingo a fare foto notturne e panoramiche semiserie.

Sydney by night, mega-panoramaSydney by night (pt. 1)

Sydney by night, mega-panorama in alto e zoom in basso

Il risultato è spettacolare, anche se putroppo avendola scattata dietro al muretto risulta un po’ priva di colori perchè manca la parte con i riflessi e colori dell’acqua, che invece si possono apprezzare nel panorama scattato da Daniel.

Sydney by night (foto di Daniel)

Sydney by night (foto di Daniel)


Domenica 3 Maggio
Sydney: Wild Life, Tower, Hyde Park, Giardini botanici
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Altra sveglia presto, si va di nuovo a Darling Harbour per visitare il parco Wild Life, dove vediamo per la prima volta dal vivo canguri e koala, ma non solo: wallaby (i cugini piccoli dei canguri), cassowary, pappagalli, rettili e tantissime farfalle stupende.

Ronf...

C'è chi dorme in posizioni improbabili... *ronf*....

Canguri che prendono il sole

...e è in villeggiatura a prendere il sole!

Cassowary seminascosto tra le foglie

Cassowary seminascosto tra le foglie

Wallaby, il cugino piccolo del canguro

Wallaby, il cugino piccolo del canguro

Una farfalla Ulysses si era pure innamorata di me (in realtà era solo attirata dalla mia maglietta rossa :P) e per qualche minuto veniva a poggiarsi su di me, scambiandomi per un fiore. Purtroppo pero’ non si fermava mai definitivamente, e così le foto sono pressochè mosse, questa è la più chiara.

L'elefante e la farfalla

L'elefante e la farfalla

A meta’ mattinata saliamo sulla Tokyo Tower e poi facciamo un giro del centro, pranzando ad Hyde Park in corrispondenza della cattedrale cattolica di St. Mary.

clicca per le foto dalla Sydney Tower

Sidney Tower

Sidney tower

La cattedrale di St. Mary

La cattedrale di St. Mary

Durante il nostro picnic veloce sul prato, ci fanno compagnia un paio di uccelli alquanto insoliti… almeno per noi europeo-nipponici, non per chi vive da questa parte del mondo! Questi ibis non sono nè la prima nè l’ultima delle specie insolite che abbiamo incontrato perfettamente integrate nelle città.

Uccello curioso!

Uccello curioso!

L'allegra comitiva

L'allegra comitiva

Il pomeriggio è monopolizzato dal Giardino Botanico Reale, un parco veramente magnifico che mescola tantissime specie di piante e animali in una cornice spettacolare sulla baia di Sydney impreziosita dall’Opera House e dal ponte
Harbour Bridge, a causa di cui perdiamo almeno 1 paio d’ore a scattare foto prima, durante e dopo il tramonto!

…continua…


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Cairns

30 Aprile 2009 new

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Sydney by night

…continua…

Una risposta

5 07 2009
Valerio

semplicemente fantastico 🙂

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